mercoledì 16 novembre 2016

L'Italia che verrà.

4 Dicembre. Non si parla d'altro ormai.
<<Approvate il testo della legge costituzionale concernente "disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del CNEL e la revisione del titolo V della parte II della Costituzione', approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 88 del 15 aprile 2016>>
Si è proprio questo il testo che ogni cittadino italiano, avente diritto e dovere di voto, avrà davanti i propri occhi dentro la cabina elettorale allestita per il faditico giorno.
È un giorno di dialogo tra la classe politica e il singolo cittadino, solo che spesso il singolo cittadino è una persona che a stento riesce ad arrivare a fine mese e a mantenere moglie e figli.
Sempre il nostro soggetto, ipoteticamente potrebbe lavorare in una fabbrica per più di 10 ore al giorno e mensilmente pagare dei contributi per riservarsi un discreto vitalizio che lo assista in età più avanzata.
Vergogna. Il debito pubblico italiano ammonta a 132,6% del PIL (secondo una stima del 2013) e ancora oggi ci sono  persone che hanno lavorato solo poche ore in tutta la loro vita e prendono delle pensioni esorbitanti.
L'Italia è un paese in piena crisi. Non ne siamo ustiti. Mai. Qualcosa dovrà pur cambiare, non dobbiamo "spremere" l'economia del nostro paese. Dobbiamo cambiare mentalità. Tutti. Dobbiamo amare di più la terra che i nostri avi ci hanno lasciato. Una terra bellissima dove dobbiamo coltivare i nostri frutti in modo sano e coscienzioso. In modo che, un giorno, i nostri figli si guardino intorno e ci ringrazino per quello che abbiamo riservato loro.