domenica 17 gennaio 2016

Programmazione in c: COMPLETA


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                 INTRODUZIONE ALLA PROGRAMMAZIONE IN C 
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01. Caratteristiche del linguaggio C 
02. Storia del linguaggio C 
03. Primo approccio 
04. Compilazione di un programma C 
05. Struttura di un programma C 
06. Variabili 
 06.01. Stampa ed input di variabili 
07. Operatori 
 07.01. Operatori aritmetici 
 07.02. Operatori di confronto 
 07.03. Operatori logici 
 07.04. Operatori di basso livello 
  07.04.01. Operatori di bitwise 
  07.04.02. Bit Fields 
 07.05. Ordine di precedenza degli operatori 
08. Strutture di controllo 
 08.01. If 
 08.02. Operatore "?" 
 08.03. Switch 
 08.04. For 
 08.05. While 
 08.06. Do-While 
 08.07. Break e Continue 
09. Arrays 
 09.01. Array singoli e multidimensionali 
 09.02. Stringhe 
10. Funzioni 
 10.01. Funzioni "void" 
 10.02. Funzioni ed array 
 10.03. Prototipi di funzioni 
11. Ulteriori tipi di dati 
 11.01. Strutture 
 11.02. Unioni 
 11.03. Type-casting 
 11.04. Enumerated Types 
 11.05. Variabili statiche 
12. Errori comuni in C 
 12.01. Assegnazione (=) al posto di confronto (==) 
 12.02. Passaggio dell'indirizzo di puntatori 
 12.03. Mancanza di () per una funzione 
 12.04. Indici di array 
 12.05. Array di caratteri e puntatori 
 12.06. C e' case-sensitive 
 12.07. ";" chiude ogni istruzione 
13. Puntatori 
 13.01. Cos'e' un puntatore 
 13.02. Puntatori e funzioni 
 13.03. Puntatori e array 
 13.04. Array di puntatori 
 13.05. Array multidimensionali e puntatori 
 13.06. Inizializzazione statica degli array di puntatori 
 13.07. Puntatori e strutture 
 13.08. Le "trappole" piu' comuni dei puntatori 
  13.08.01. Non assegnare un puntatore ad un indirizzo di 
     memoria prima di utilizzarlo 
  13.08.02. Assegnazione indiretta illegale 
14. Allocazione dinamica della memoria 
 14.01. Malloc 
 14.02. Linked Lists 
15. Input ed output 
 15.01. Streams 
  15.01.01. Streams predefinite 
   15.01.01.01. Redirezione 
 15.02. Funzioni comuni di I/O 
 15.03. Formattazione di I/O 
  15.03.01. Printf 
 15.04. Scanf 
 15.05. Files
  15.05.01. Lettura e scrittura su files 
 15.06. Sprintf ed Sscanf 
 15.07. Input dalla linea di comando 
 15.08. I/O di basso livello 
16. Il preprocessore C 
 16.01. #define 
 16.02. #undef 
 16.03. #include 
 16.04. #if - Inclusione condizionale 
17. Scrittura di grossi programmi 
 17.01. File header 
 17.02. Variabili esterne e funzioni 
  17.02.01. Scopo delle variabili esterne 
 17.03. L'utility Make 
 17.04. Programmazione di Make 
 17.05. Creazione di un makefile 
 17.06. Macro di Make 
 17.07. Esecuzione di Make 
18. UNIX e il C 
 18.01. Vantaggi di usare UNIX con il C 
 18.02. Utilizzo delle chiamate di sistema UNIX e delle funzioni 
        di libreria 
 18.03. Trattamento di file e directory 
  18.03.01. Funzioni di trattamento delle directory 
  18.03.02. Routine di trattamento dei file 
  18.03.03. errno 
 18.04. Controllo e gestione dei processi 
  18.04.01. Esecuzione di comandi UNIX da C 
   18.04.01.01. execl() 
   18.04.01.02. fork() 
   18.04.01.03. wait()
   18.04.01.04. exit() 
  18.04.02. Utilizzo di pipe in un programma C 
   18.04.02.01. popen() - Piping formattato 
   18.04.02.02. pipe() - Piping di basso livello 
  18.04.03. Interruzioni e segnali 
   18.04.03.01. Invio di segnali - kill() 
   18.04.03.02. Ricezione di segnali - signal() 
 18.05. Times Up!! 
19. Opzioni comuni del compilatore C 
 19.01. Opzioni di compilazione 
20. Funzioni della libreria standard C 
 20.01. Manipolazione dei buffer 
 20.02. Classificazione dei caratteri e conversione 
 20.03. Conversione dei dati 
 20.04. Manipolazione delle directory 
 20.05. Manipolazione dei file 
 20.06. Input e Output 
  20.06.01. Stream I/O 
  20.06.02. I/O di basso livello 
 20.07. Matematica 
 20.08. Allocazione di memoria 
 20.09. Controllo dei processi 
 20.10. Ricerca e ordinamento 
 20.11. Manipolazione di stringhe 
 20.12. Time 

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01. Caratteristiche del linguaggio C 
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  Qui di seguito verranno elencate brevemente alcune delle caratteristiche del
  C che definiscono il linguaggio stesso e che hanno contribuito alla 
  popolarita' che ha raggiunto come linguaggio di programmazione:

  - dimensioni ridotte
  - utilizzo frequente di chiamate a funzioni
  - loose typing (a differenza del Pascal)
  - linguaggio strutturato
  - programmazione a basso livello facilmente disponibile
  - implementazione dei puntatori (ampio uso di puntatori per memoria, 
    vettori, strutture e funzioni)

  Il C e' ora diventato un linguaggio professionale ampiamente utilizzato per
  varie ragioni:

  - ha strutture di alto livello
  - puo' maneggiare attivita' di basso livello
  - produce programmi efficienti
  - puo' essere compilato su un'ampia gamma di computers

  Il suo principale inconveniente e' quello di avere un metodo scadente per
  l'identificazione di errori, che puo' escluderne l'utilizzo ai principianti. 
  Comunque con un minimo di diligenza si puo' risolvere elegantemente questo 
  problema, in quanto si possono violare le regole del C non appena si sono 
  imparate (non molti linguaggi lo permettono). Nel caso in cui venga fatto 
  correttamente e con attenzione, questo porta a sfruttare le potenzialita'
  della programmazione C.
  Lo standard per i programmi C in origine era dato dalle caratteristiche 
  messe a punto da Brian Kernighan. Al fine di rendere il linguaggio piu' 
  accettabile a livello internazionale, venne messo a punto uno standard 
  internazionale chiamato ANSI C (American National Standards Institute).

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02. Storia del linguaggio C 
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  Le pietre miliari nel corso dell'evoluzione del C come linguaggio sono 
  elencate di seguito:

  - UNIX developed c. 1969 - DEC PDP-7 Assembly Language
  - BCPL - un OS facilmente accessibile che fornisce potenti strumenti di 
    sviluppo prodotti a partire da BCPL. Si tratta di un assemblatore noioso, 
    lungo ed incline agli errori
  - Un nuovo linguaggio "B" come secondo tentativo c. 1970
  - Un linguaggio "C" totalmente nuovo come successore di "B" c. 1971
  - Dal 1973 UNIX OS, quasi totalmente scritto in C 

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03. Primo approccio 
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  Un minimo programma in C e':

 main()
   {
 
   }

  che corrisponde a un programma in Pascal:

 program minimum;

 begin

 end

  Ogni programma C deve contenere una e una sola funzione main().
  Per ogni parentesi graffa aperta (che corrisponde al begin in pascal)
  deve essercene una chiusa (che corrisponde all'end in pascal).

  I commenti possono essere posti ovunque utilizzando /* (inizio commento)
  e */ (fine commento), ma non si puo' inserire un commento in un altro. 
  Ad esempio:

 /* Esempio di programma in C */
 main()
   {
     /* Un ulteriore commento */               ESATTO 
     /* Commento /* Ancora un commento */ */   ERRATO 
   }

  Il seguente esempio e' un programma che produce l'output sullo
  schermo della frase "Hello World":

        main()
          {
     printf("Hello World \n");
     exit(0);
          }

  L'istruzione "printf" e' una funzione C che visualizza cio' che gli
  viene passato come argomento.

  Per creare un file contenente uno dei precedenti programmi si puo'
  utilizzare un qualsiasi text editor disponibile sulla macchina (vi, emacs,
  xedit, ...).
  Il nome del file deve avere l'estensione ".c", cioe' chiamarsi, ad esempio, 
  prog.c. Il contenuto, ovviamente, deve rispettare la sintassi C; per quanto 
  riguarda gli esempi sopra riportati, potrebbero iniziare con una riga del
  tipo
     /* Esempio ... */          (anche con una linea vuota che la precede)
  e terminare con la linea
     } /* Fine del programma */ (anche con una linea vuota che la segue)

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04. Compilazione di un programma C 
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  Per compilare il programma si utilizza il comando cc seguito dal nome del
  programma C sorgente, dove "cc" e' il nome del compilatore C. 
  Ad esempio:
  cc prog.c

  Se il compilatore trova errori (in genere syntax error, come errori di 
  battitura, errori di sintassi delle parole chiave o ";" omessi), questi 
  vengono identificati e visualizzati; in caso contrario, viene creato il 
  file eseguibile a.out. Il compilatore non identifica eventuali errori di
  logica del programma, quindi potrebbero essere eseguite delle operazioni
  errate, ed e' compito dell'utente trovarle (anche con l'ausilio di appositi
  programmi di debugging).
  In fase di compilazione possono essere specificate anche ulteriori opzioni: 
  la piu' utilizzata e' "-o nome-file", che crea l'eseguibile con il nome 
  nome-file invece di a.out, ma ne esistono altre come ad esempio "-c" 
  (opzione senza argomenti, per la soppressione di link).
  Altra opzione possibile e' "-g", con cui e' necessario compilare per poter 
  utilizzare il debugger "dbx".
  Ad esempio: 
  cc prog.c -o prog (oppure cc -o prog.c prog)
  cc -c prog.c -o prog
  cc -g prog.c -o prog

  Per far eseguire il programma e' sufficiente scrivere il nome 
  dell'eseguibile creato (e' ovvio che il file eseguibile deve avere i 
  permessi per l'esecuzione, solitamente assegnati automaticamente in fase di
  compilazione):
  si avranno visualizzati sullo schermo gli eventuali risultati.
  Nel momento dell'esecuzione e' possibile osservare ed identificare eventuali
  errori di run-time, come ad esempio le divisioni per zero; in tal caso 
  l'esecuzione termina irregolarmente e viene generato un file core con lo
  stato del programma in esecuzione al momento del verificarsi dell'errore.
  Se il programma in esecuzione non rilascia errori ma produce output errati, 
  e' evidente che contiene errori logici; questi andranno corretti editando 
  il programma sorgente, questo dovra' essere ricompilato e si potra' lanciare
  nuovamente l'esecuzione.

  La compilazione del programma C avviene attraverso le seguenti fasi:

   - un preprocessore che accetta il codice sorgente come input 
     ed e' resposabile della: 

    - rimozione di commenti 
     - interpretazione di speciali direttive per il preprocessore 
    denotate da "#". 
        Ad esempio: 
  #include - include il contenuto di un determinato file
                           (solitamente chiamato header, con suffisso ".h").
           #include  - standard library maths file. 
            #include  - standard library I/O file 
  #define  - definisce un nome simbolico o una costante
      (sostituzione di una macro).
               #define MAX_ARRAY_SIZE 100 

   - il compilatore C che traduce il codice sorgente ricevuto dal 
     preprocessore in codice assembly.

   - l' assembler che crea il codice oggetto (in UNIX i file con il suffisso
     .o sono i file in codice oggetto, che corrispondono ai file .obj in 
     MSDOS).

   - il link editor che combina le funzioni definite in altri file sorgenti 
     o definite in librerie, con la funzione main() per creare il file 
     eseguibile.
     Infatti molte delle funzioni presenti in altri linguaggi non sono incluse
     nel C (ad esempio, funzioni di I/O, di manipolazione di stringhe o 
     matematiche), ma il C fornisce tali funzionalita' attraverso un ricco 
     insieme di librerie di funzioni. Molte applicazioni C includono librerie
     standard di funzioni per coprire le utilita' mancanti. 
     In questa fase vengono anche ricostruiti i riferimenti alle variabili
     esterne utilizzate nei sorgenti C.

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05. Struttura di un programma C 
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  Un programma C ha in linea di principio la seguente forma:

 Comandi per il preprocessore
 Definizione di tipi
 Prototipi di funzioni (dichiarazione dei tipi delle funzioni e delle
                               variabili passate alle funzioni)
 Variabili
 Funzioni 
    
  Vediamo l'esempio di un programma:
    
     main()
         {
           printf("I like C\n");
           exit(0);
         }  
   
  Note:
     - Il C richiede un punto e virgola alla fine di ogni statement.
     - printf() e' una funzione standard richiamata da main.
     - \n significa una nuova linea (a capo).
     - exit() e' anch'essa una funzione standard che fa terminare il programma 
       (qui non sarebbe necessaria in quanto e' l'ultima linea di main e il 
       programma terminerebbe comunque).

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06. Variabili 
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  Il C ha i seguenti tipi di dati:
       
        Tipo   Size (byte)
         
        char    1 
        unsigned char   1
        short int   2
        unsigned short int  2
        (long) int    4
        float    4
        double    8
 
  Sui sistemi UNIX tutte le variabili dichiarate "int" sono considerate
  "long int", mentre "short int" deve essere dichiarato esplicitamente. 
  E' importante notare che in C non esiste un tipo di variabile booleano,
  quindi si possono utilizzare variabili "char", "int" o meglio "unsigned
  char". "unsigned" puo' essere utilizzato con tutti i tipi "char" e "int".

  Per dichiarare una varibile si scrive:
  var_tipo elenco-variabili-separate-da-virgole ;
 
  Le variabili globali si definiscono al di sopra della funzione main(),
  nel seguente modo:

 short number,sum;
 int bignumber,bigsum;
 char letter;
 main()
 {
 ...
 }

  E' possibile preinizializzare una variabile utilizzando = (operatore di 
  assegnazione). 
  Ad esempio: 
 int i,j,k=1;
 float x=2.6,y;
 char a;

  Vediamo due esempi di inizializzazione di variabili che si equivalgono,
  senza pero dimenticare che il metodo utilizzato nel primo esempio 
  risulta piu' efficiente:

  Esempio 1:     float sum=0.0;
   int bigsum=0;
   char letter='A';
   main()
   {
   ...
   }
  Esempio2:      float sum;
   int bigsum;
   char letter;
   main()
   {
   sum=0.0;
   bigsum=0;
   letter='A';
   ...
   }
    
  E' possibile effettuare assegnazioni multiple purche' le variabili
  siano dello stesso tipo.    
  Ad esempio:
  
  int somma;
  char letter="A";   
 main()
   { 
     int a,b,c=3;
     a=b=c;
   }
  dove l'istruzione a=b=c (con c=3) corrisponde ad a=3, b=3 e c=3, ma
  anche in questo caso risulta piu' efficiente il primo metodo.
 
  Si possono definire nuovi propri tipi di variabili utilizzando "typedef"
  (questo risulta utile quando si creano strutture complesse di dati).
  Come esempio di utilizzo semplice consideriamo come sia possibile creare
  i due nuovi tipi di variabile "real" e "letter", che potranno successiva-
  mente essere utilizzati alla stessa maniera dei tipi predefiniti del C.
  Ad esempio:
   typedef float real;
   typedef char letter;
      variabili dichiarate:
   real sum=0.0;   
  letter nextletter;

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06.01. Stampa ed input di variabili 
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  Il C sfrutta l'output formattato.

  Per stampare il contenuto di una variabile si utilizza la funzione printf().
  Bisogna pero' specificare il formato della variabile utilizzando il 
  carattere speciale di formattazione "%" seguito dal carattere che definisce 
  un certo formato per una variabile:
  
   %c  - char
   %d  - int
   %f  - float
   
  Ad esempio: printf("%c%d%f",letter,somma,z); 

  Nota: l'istruzione di formattazione e' racchiusa tra "", e le variabili 
        vengono esposte di seguito; assicurarsi che l'ordine dei formati ed
        il tipo di dato delle variabili coincidano.

  Sempre a proposito della funzione "printf", vediamo il seguente esempio di
  una istruzione di stampa:

 printf(".\n.1\n..2\n...3\n");

  per la quale l'output sara': 

 .
 .1
 ..2
 ...3
 
  scanf() e' la funzione per l'input di valori a strutture di dati.
  Il suo formato e' simile a quello di printf():
   
      scanf("%c%d%f",&ch,&i,&x);  

  Nota: "&" si riferisce all'indirizzo della variabile, e va sempre messo 
 davanti ai nomi di variabili in acquisizione; il motivo verra' 
 spiegato nel paragrafo dei "puntatori".

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07. Operatori 
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07.01. Operatori aritmetici 
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  Come gia' accennato, le assegnazioni in C vengono effettuate utilizzando 
  "=".  Oltre agli operatori arimetici standard +,-,*,/  e all'operatore % 
  (modulo) per gli interi, in C si hanno anche gli operatori incremento ++ 
  e decremento --, che possono essere preposti o posposti all'argomento. Se 
  sono preposti il valore e' calcolato prima che l'espessione sia valutata, 
  mentre se sono posposti il valore viene calcolato dopo la valutazione della 
  espressione.
  Ad esempio:
         int x,z=2;    
        1)   x=(++z)-1; 
    A questo punto x=2 e z=3
       
          int x,z=2;    
         2)   x=(z++)-1; 
    A questo punto x=1 e z=3

  Riportiamo un ulteriore esempio:
 int x,y,w;
 main()
 {
 x=((++z)-(w--))%100;
 }
  che equivale alle seguenti istruzioni:
 int x,y,w;
 main()
 {
 z++;
 x=(z-w)%100;
 w--;
 }
    
  E' importante sottolineare che un'istruzione del tipo
 x++
  e' piu' veloce della corrispondente
 x=x+1

  L'operatore "%" (modulo) puo' essere utilizzato solamente con le variabili
  di tipo integer; la divisione "/" e' utilizzata sia per gli integer che
  per i float.
  A proposito della divisione riportiamo un altro esempio:
 z=3/2
     dove z avra' valore 1, anche se e' stato dichiarato come float
     (di regola, se entrambi gli argomenti della divisione sono integer,
     allora verra' effettuata una divisione integer);
     per avere un risultato corretto sara' necessario scrivere:
 z=3.0/2     oppure 
 z=3/2.0     o, ancora meglio,
 z=3.0/2.0 

  Inoltre esiste una forma contratta per espressioni del tipo
   
 expr1 = expr1 op expr2
   
  (ad esempio: i=i+2 oppure x=x*(y+3))
  che diventano:

 expr1 op = expr2
   
  Per cui i=i+2 puo' essere scritta nel modo contratto come i+=2 
  od x=x*(y+3) diventare x*=y+3.

  Nota: l'espressione x*=y+3 corrisponde a x=x*(y+3) e non a x=x*y+3.

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07.02. Operatori di confronto 
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  Per testare l'ugualianza si usa "==" mentre per la disugualianza "!=".
  Ci sono poi gli operatori "<" (minore), ">" (maggiore), "<=" (minore o 
  uguale), ">=" (maggiore o uguale).
 
  NB. if (i==j) ... esegue il contenuto dell'if se i e' uguale a j, ma
      if (i=j) ... e' ancora sintatticamente esatto ma effettua l'assegnazione
      del valore di j ad i e procede se j e' diverso da zero in quanto
      viene interpretato il valore TRUE (e' come scrivere if i ... con i
      diverso da zero). In questo caso si tratterebbe di una "assegnazione di
      valore", una caratteristica chiave del C.

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07.03. Operatori logici 
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  Gli operatori logici, solitamente utilizzati con le istruzioni condizionali
  che vedremo piu' avanti, sono "&&" per AND logico  e "||" per OR logico.
  Nota: "&" e "|" hanno un significato diverso, poiche' sono bitwise AND e OR. 

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07.04. Operatori di basso livello 
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  Nel capitolo relativo ai puntatori si vedra' come questi permettano il 
  controllo delle operazioni di memoria di basso livello.

  Molti programmi (in particolare le applicazioni di gestione del sistema) 
  devono realmente operare a basso livello, poiche' lavorano su bytes 
  individuali.

  E' importante notare che la combinazione di puntatori e di operatori
  bit-level rendono il C utilizzabile per molte applicazioni a basso livello
  e possono quasi sempre sostituire il codice assembly (ricordiamo che 
  solamente circa il 10% di UNIX e' un codice assembly, mentre il resto e' C).

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07.04.01. Operatori di bitwise 
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  Gli operatori di bitwise (che operano sui singoli bit) sono i seguenti:
   "&" AND
   "|" OR
   "^" XOR
   "~" Complemento a 1 (0=>1, 1=>0)
   "<<" shift a sinistra
   ">>" shift a destra  
     
  Nota: fare attenzione, come gia' detto in precedenza, a non confondere
        & con && (& e' "bitwise and", mentre && e' "logical and"); la stessa
 cosa vale per | e ||.

  "~" e' un operatore unario, cioe' opera su un solo argomento indicato a
  destra dell'operatore.

  Gli operatori di shift eseguono un appropriato shift dall'operatore indicato 
  a destra a quello indicato a sinistra. L'operatore destro deve essere 
  positivo. I bits liberati vengono riempiti con zero (cioe' non si tratta di
  una rotazione, con recupero sul lato opposto dei bit shiftati).

  Ad esempio: z<<2 2="" allora="" binario="" bit="" cosi="" decimale="" di="" due="" i="" in="" o="" posti="" se="" shifta="" sinistra="" verso="" z="">>=2 => z=00000000 (binario) o 0 (decimale)
       inoltre, z<<=2 => z=00001000 (binario) o 8 (decimale)    

  Quindi, uno shift a sinistra e' equivalente ad una moltiplicazione per 2;
  similmente, uno shift a destra equivale ad una divisione per 2.  

  Nota: l'operazione di shift e' molto piu' veloce della reale moltiplicazione
 (*) o divisione (/); cosi', se occorrono veloci moltiplicazioni o 
        divisioni per 2 si puo' utilizzare lo shift. 

  Per illustrare le molteplici caratteristiche degli operatori di bitwise,
  riportiamo una funzione (bitcount) che somma 2 bit settati ad 1 un un numero 
  ad 8 bit (unsigned char) passato come argomento alla funzione:

      int bitcount(unsigned char x)

     {int count;
      for (count=0; x!=0; x>>=1);
          if (x&01)
      count++;
      return count;
     } 

  Questa funzione mostra molti punti del programma C:
 - il loop "for" non viene usato per semplici operazioni di somma
 - x>>=1 => x=x>>1
 - il loop "for" shifta ripetutamente a destra x, finche' x diventa 0
 - il controllo "if" utilizza la valutazione dell'espressione x &01
 - x &01 controlla il primo bit di x, ed esegue count++ se questo e' 1

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07.04.02. Bit Fields 
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  I Bit Fields permettono il raggruppamento dei dati in una struttura. Questa
  tecnica viene usata soprattutto quando la gestione della memoria o la 
  memorizzazione dei dati sono uno meta molto ambita.

  Tipici esempi sono costituiti da:

  - raggruppamento di parecchi oggetti in una parola macchinai (i flag di un 
    bit possono essere compattati); ad esempio, la tabella dei simboli 
    nell'ambito dei compilatori;
  - lettura di formati di file esterni (formati di file non standard possono
    essere importati); ad esempio, gli interi di 9 bit.

  Il C permette di fare questo in una definizione di struttura, mettendo
  ":lunghezza-bit" dopo la variabile stessa, e cioe':

     struct packed-struct {
 unsigned int f1:1;
 unsigned int f2:1;
 unsigned int f3:1;
 unsigned int f4:1;
 unsigned int type:4;
 unsigned int funny_int:9;
 } pack;

  Qui la struttura packed-struct contiene 6 elementi: 4 flag da 1 bit (f1,...
  f4) e funny_int da 9 bit.

  Il C automaticamente raggruppa assieme i campi di bit elencati nell'esempio
  appena riportato.

  Solitamente si accede ai membri della struttura nel seguente modo:

     pack.type = 7;

  Notiamo che:

  - solamente "n" bit di basso livello possono essere assegnati ad un numero
    di "n" bit. Cosi' il campo "type" non puo' assumere valori maggiori di 15 
    (4 bits long);
  - i bit fields vengono sempre convertiti al tipo intero prima di eseguirvi
    delle operazioni;
  - e' permesso "mescolare" tipi normali con bit fields;
  - la definizione di "unsigned" e' importante, per assicurarsi che per i 
    flags non venga usato nessun bit per il segno.

------------------------------------------------------------------------------
07.05. Ordine di precedenza degli operatori 
------------------------------------------------------------------------------

  E' necessario fare attenzione al significato di un'espressione come
 a + b * c
  dove potremmo volere sia l'effetto di 
 (a + b) * c
  sia quello di 
 a + (b * c)
  Tutti gli operatori hanno una propria priorita', e gli operatori ad alta
  priorita' sono valutati prima di quelli a bassa priorita'.
  Gli operatori con la stessa priorita' sono valutati da sinistra a destra;
  Cosi'
 a - b - c
  e' valutato 
 (a - b) - c
  come ci si puo' aspettare.

  L'ordine di priorita', dalla piu' alta alla piu' bassa, degli operatori
  in C e':
 
  ()[]->.
  !~-*& sizeof cast ++ --
    (these are rigth -> left)
  */%
  +-
  < <=  >= >
  == !=
  &
  ^
  |
  &&
  ||
  ?: (right -> left)
  = += -= (right -> left)
  ,(comma)
  
  Quindi:
 "a < 10 &&2 * b < c" 
  e' interpretato come:
 "(a < 10) &&((2 * b) < c)".
  ed anche:
 a=
     b=
  spokes / spokes_per_wheel
  + spares;
  e' valutato come:
 a=
     (b=
  (spokes / spokes_per_wheel)
  + spares
     );

------------------------------------------------------------------------------
08. Strutture di controllo 
------------------------------------------------------------------------------

  Quelli che seguono sono i vari metodi con cui il C puo' controllare il 
  flusso logico di un programma. A parte alcune minime differenze sintattiche,
  queste istruzioni sono simili a quelle che si possono trovare negli altri
  linguaggi.
  Come abbiamo visto, in C esistono le seguenti operazioni logiche:
 ==,!=,||,&&.
  Un altro operatore e' il not "!" unario (ha un solo argomento).

  Questi operatori sono utilizzati congiuntamente alle istruzioni di seguito
  riportate.

------------------------------------------------------------------------------
08.01. If 
------------------------------------------------------------------------------

  L'istruzione "if" ha le stesse funzioni degli altri linguaggi. Puo' avere
  tre forme di base:

  if (expression)
    statement

  if (expression)
    statement1
  else
    statement2

  if (expression1)
    statement1
  else if (expression2)
    statement2
  else 
    statement3
    
  Ad esempio:
    
     int x,y,z;
     main()
      {
         int w;
         ...
         if (x<0 ------------------------------------------------------------------------------="" ...="" 08.02.="" :="" a:="" ad="" che="" condition="" e="" efficente="" else="" equivale="" esempio:="" esprimere="" expression1="" expression2="" expression3="" exprssion3="" forma:="" forma="" ha="" if="" l="" la="" operatore="" per="" piu="" seguente="" semplici="" statements.="" ternary="" then="" z="(a">b) ? a : b
    
      cioe'
      if (a>b)
      z=a;
        else
          z=b;
         
      assegna a z il massimo tra a e b.

------------------------------------------------------------------------------
08.03. Switch 
------------------------------------------------------------------------------

  Permette scelte multiple tra un insieme di items.
  La sua forma generale e':
   
 switch (expression) {
        case item1:
          statement1;
          break;
      case item2:
          statement2;
          break;
          .
          .
          .
      case itemn:
          statementn;
          break;
       
     case default:
        statement;
        break;
     }
     
    
  Il valore degli item deve essere una costante (le variabili non sono 
  permesse).
  Il break serve per terminare lo switch dopo l'esecuzione di una scelta, 
  altrimenti verra' valutato anche il caso successivo (questo, a differenza
  di molti altri linguaggi).
     
  E' possibile anche avere un'istruzione nulla, includendo solamente un ";" 
  oppure lasciando fallire l'istruzione di switch omettendo qualsiasi frase
  (come nell'esempio di seguito).

  Il caso "default" e' facoltativo e raggruppa tutti gli altri casi. 

  Ad esempio:
       switch (letter) {
            case 'A':
            case 'E':
            case 'I':
            case 'O':
            case 'U':
               numerovocali++;
               break;
            case " ":
               numerospazi++;
               break;
            default:
               numerocostanti++;
               break;
         }
             
  In questo caso se letter e' una vocale ('A','E','I','O','U') viene 
  incrementato il valore della varibile numerovocali, se e' uno spazio (" ")
  si incrementa numerospazi e altrimenti (se nessuno dei casi precedenti e' 
  vero) viene eseguita la condizione di default e quindi viene incrementato 
  numerocostanti.

------------------------------------------------------------------------------
08.04. For 
------------------------------------------------------------------------------

  L'istruzione C "for" ha la seguente forma:
      
     for (expression1; expression2; expression3)
        statement;
        {or block of statements}
      
     dove expression1 inizializza, expression2 e' il test di termine e
     expression3 e' il modificatore (che puo' anche essere piu' di un semplice
     incremento).
    
  Nota: fondamentalmente il C tratta le istruzioni "for" come i cicli di
         tipo "while".
 
  Ad esempio:
       
       int x;
       main()
       {
          for (i=0;i<3 c:="" che="" come="" delle="" esempi="" for="" forme="" genera="" gli="" i="" in="" istruzioni="" output="" printf="" schermo:="" seguono="" sono="" sullo="" tre="" valide="" x="0;((x<3)&&(x">9));x++)

        for (x=0,y=4;((x<3 amp="" y="">9));x++,y+=2)
     in cui si puo' notare che le espressioni multiple possono essere separate
     da una ",";

 for (x=0,y=4,z=4000;z;z/=10)
     in cui si puo' notare che il loop continua l'iterazione fino a quanto z
     diventa 0.

------------------------------------------------------------------------------
08.05. While 
------------------------------------------------------------------------------

  L'istruzione "while" ha la seguente forma:
   
     while (expression)
       statement;
          
  Ad esempio:

       int x=3;
       main()
       {
         while (x>0)
            {
               printf("x=%d\n",x);
               x--;
            }
       }
       
  che genera come output sullo schermo:
       x=3
       x=2
       x=1
           
  While puo' accettare non solo condizioni ma anche espressioni, per cui 
  risultano corrette le seguenti istruzioni:
       while (x-);
       while (x=x+1);
       while (x+=5);

  Utilizzando questo tipo di espressioni, solo quando il risultato di x--,
  x=x+1 oppure x+=5 ha valore 0 la condizione di while fallisce e si esce
  dal loop.

  E' possibile avere anche complete operazioni di esecuzione nelle espressioni
  "while":

       while (i++<10 ------------------------------------------------------------------------------="" ...="" 08.06.="" 10="" a="" ad="" al="" battuto="" c="" carattere="" ch="" che="" continua="" dalla="" dell="" delle="" determinato="" digitato="" do-while="" do="" e="" eccetto="" esempio:="" espressione="" expression="" fatto="" fino="" forma:="" funzioni="" getchar="" graffe="" ha="" i="" il="" incrementa="" int="" istruzione="" l="" la="" le="" leggere="" leggono="" librerie="" loop="" main="" non="" pascal="" printf="" putchar="" q="" quando="" racchiudono="" raggiungere="" repeat="" rispettivamente="" schermo.="" schermo="" scrivono="" seguente="" simile="" solamente="" sono="" standard="" statement="" sullo="" superflue="" tastiera="" un="" una="" until="" usa="" valore="" venga="" vera="" visto="" visualizzare="" while="" x-="" x="">0);
         }
         
  Il cui output e':
       x=3
       x=2
       x=1

  Nota: l'operatore finale "x-" indica che viene usato il valore corrente 
        di x mentre stampa, e poi viene decrementato x.

------------------------------------------------------------------------------
08.07. Break e Continue 
------------------------------------------------------------------------------

  Il C fornisce due comandi per controllare i loop:
     
  break    - esce da un loop o da uno switch
  continue - salta una iterazione del loop
     
  Consideriamo il seguente esempio, dove leggiamo un valore integer e lo 
  elaboriamo in accordo con le seguenti condizioni. Se il valore che abbiamo
  letto e' negativo, dovremo stampare un messaggio di errore ed abbandonare
  il loop. Se il valore letto e' maggiore di 100, dovremo ignorarlo e 
  continuare con il successivo valore in input. Se il valore e' 0, dovremo
  terminare il loop.

     /* Viene letto un valore intero ed elaborato purche'
        sia maggiore di 0 e minore di 100 */

     while (scanf("%d".&value) == 1 && value !=0) {
        if (value<0 abbandona="" alore="" ammesso="" break="" if="" il="" loop="" n="" non="" printf="" value="">100) {
           printf("Valore non ammesso\n");
           continue; /Torna nuovamente all'inizio del loop */
        }
        /*Elabora il valore letto*/
        /*che e' sicuramente tra 0 e 100 */
        .
        .
        .
     }  

------------------------------------------------------------------------------
09. Arrays 
------------------------------------------------------------------------------

------------------------------------------------------------------------------
09.01. Array singoli e multidimensionali 
------------------------------------------------------------------------------

  Un esempio di definizione di un array in C e' :
    
 int elenco_numeri[50];
     
  e si accede agli elementi dell'array nel seguente modo:
    
  terzo_numero= elenco_numeri[2];
     elenco_numeri[5]=100;
             
  NB. In C gli Array subscripts iniziano da 0 e finiscono alla dimensione 
      dell'array meno uno.  Nell'esempio precedente il range e' 0-49, cioe' 
      elenco_numeri e' un array di 50 elementi e si ha:
      elenco_numeri[0],elenco_numeri[1],....elenco_numeri[49].
      Questa e' una grossa differenza fra il C e gli altri linguaggi e 
      richiede un po' di pratica per raggiungere "la giusta disposizione
      d'animo".
  
  Array multidimensionali sono cosi definiti:
  
 int tabella_numeri[50][50]         => per due dimensioni
     int big_D[20][30][10][40]          => per piu' di due dimensioni
    
  e si accede agli elementi nel seguente modo:
    
     numero=tabella_numeri[5][32];
     tabella_numeri[1][23]=100;

------------------------------------------------------------------------------
09.02. Stringhe 
------------------------------------------------------------------------------

  In C le stringhe sono definite come array di caratteri. Ad esempio, la
  seguente istruzione definisce una stringa di 50 caratteri:
   
      char name[50];
   
  Il C non ha pero' un sistema maneggevole per costruire le stringhe, cosi 
  le seguenti assegnazioni non sono valide:
      char firstname[50], lastname[50], fullname[50];
      firstname = "Mario"                    /* illegale */
      lastname  = "Rossi"                    /* illegale */
      fullname  = "Sig."+firstname+lastname  /* illegale */
 
  Esiste pero' una libreria di routines per il trattamento delle stringhe
  ("< string.h >").

  Per maneggiare le stringhe si possono usare puntatori ad array di char 
  (come vedremo piu' avanti).
  
  Per stampare una stringa si usa printf() con lo speciale carattere di 
  controllo %s:
  
      printf("%s",nome);   

  Nota: e' sufficiente avere il nome della stringa.

  Al fine di permettere l'utilizzo di stringhe con lunghezza variabile,
  il carattere \0 viene utilizzato per indicare la fine di una stringa.
  In questo modo, se abbiamo una stringa dichiarata di 50 caratteri
  (char name[50];), e la utilizziamo per memorizzare il nome "Dave", il
  suo contenuto (a partire da sinistra) sara' la parola Dave immediatamente 
  seguita dal segno di fine stringa \0, e quindi tutti gli altri caratteri 
  (fino ad arrivare alla lunghezza di 50) risulteranno vuoti.

------------------------------------------------------------------------------
10. Funzioni 
------------------------------------------------------------------------------

  Il C fornisce delle funzioni anch'esse simili alla maggior parte degli
  altri linguaggi. Una differenza e' che il C considera "main()" come una 
  funzione. A differenza di alcuni linguaggi, come il Pascal, il C non ha
  procedure poiche' usa le funzioni per soddisfare entrambe le esigenze.
  
  La forma generale di una funzione e':
  
   returntype function_name (parameterdef1, parameterdef2, ...)
    {
       local variables
       function code (C statements)
    }
    
  Se manca la definizione del tipo della funzione ("returntype", tipo della 
  variabile di ritorno della funzione), il C assume che il ritorno della
  funzione e' di tipo integer; questo puo' essere una delle cause di problemi 
  nei programmi.

  Esempio di una funzione che calcola la media tra due valori:
   
        float calcolamedia(float a, float b)
            {
               float media;
               media=(a+b)/2;
               return(media);
            }

  Per richiamare tale funzione si procede nel seguente modo:
   
        main()
          {
             float a=10, b=25, risultato;
             risultato=calcolamedia(a,b);
             printf("Valore medio= %f\n",risultato);
          }
          
  Nota: l'istruzione "return" ritorna il risultato della funzione al 
        programma principale. 

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10.01. Funzioni "void" 
------------------------------------------------------------------------------

  Se non si vuole ritornare alcun valore da una funzione e' sufficiente 
  dichiararla di tipo void ed omettere il return.

  Ad esempio:
 
 void quadrati()
    {int loop;

   for (loop = 1; loop < 10; loop++);
   printf("%d\n",loop*loop);
    }

 main()
    {quadrati()
    }
   
  Nota: e' obbligatorio mettere le parentesi () dopo il nome della funzione
        anche se non ci sono parametri, a differenza di altri linguaggi.

------------------------------------------------------------------------------
10.02. Funzioni ed array 
------------------------------------------------------------------------------

  Possono essere passati alle funzioni come parametri anche array singoli o 
  multidimensionali.
  Gli array monodimensionali possono essere passati nel seguente modo:

      float trovamedia(int size,float list[])
  {int i;
   float sum=0.0;
   
   for (i = 0; i < size; i++)
      sum+=list[i];
   return(sum/size); 
  }

  In questo esempio la dichiarazione "float list[]" dichiara al C che  
  "list" e' un array di float. Non viene specificata la dimensione di un 
  array quando e' un parametro di una funzione.

  Array multidimensionali possono essere passati alle funzioni nel seguente
  modo:

      void stampatabella(int xsize, int ysize,float tabella[][5])
         {int x,y;
          for (x = 0; x < xsize; x++) {
             for (y = 0; y < ysize; y++)
                printf("\t%f"tabella[x][y]);
             printf("\n");
             }
         }

  In questo esempio "float tabella[][5]" dichiara al C che tabella e' un 
  array di float di dimensioni Nx5. E' importante notare che dobbiamo 
  specificare la seconda dimensione (e le successive) del vettore, ma non la
  prima dimensione.

  Quindi, riepilogando, nel caso di array singoli non e' necessario 
  specificare la dimensione dell'array nella definizione come parametro della 
  funzione, mentre nel caso di array multidimensionali si puo' non specificare
  solo la prima dimensione.

------------------------------------------------------------------------------
10.03. Prototipi di funzioni 
------------------------------------------------------------------------------

  Prima di usare una funzione, il C deve riconoscere il tipo di ritorno e il
  tipo dei parametri che la funzione si aspetta.

  Lo standard ANSI del C ha introdotto un nuovo e migliore metodo per fare
  questa dichiarazione rispetto alle precedenti versioni di C (ricordiamo
  che tutte le nuove versioni del C aderiscono ora allo standard ANSI).

  L'importanza della dichiarazione e' doppia:

  - viene fatta per avere un codice sorgente piu' strutturato e percio'
    facile da leggere ed interpretare;
  - permette al compilatore C di controllare la sintassi delle chiamate di
    funzioni.

  Il modo in cui questo viene fatto dipende dallo scopo della funzione.
  Fondamentalmente, se una funzione e' stata definita prima di essere usata
  (call) allora e' possibile semplicemente usare la funzione. Nel caso
  contrario, e' obbligatorio dichiarare la funzione; la dichiarazione 
  stabilisce in modo semplice il ritorno della funzione ed il tipo dei 
  parametri utilizzati da questa.

  E' buona norma (e solitamente viene fatto) dichiarare tutte le funzioni
  all'inizio del programma, sebbene non sia strettamente necessario.

  Per dichiarare un prototipo di funzione bisogna semplicemente stabilire il
  ritorno della funzione, il nome della funzione e tra le parentesi elencare 
  il tipo dei parametri nell'ordine in cui compaiono nella definizione di 
  funzione.

  Ad esempio:
        int strlen(char[]);

  Questo dichiara che una funzione di nome "strlen" ritorna un valore integer
  ed accetta una singola stringa come parametro.

  Nota: le funzioni e le variabili possono essere dichiarate sulla stessa 
        linea di codice sorgente. Questa procedura era molto piu' diffusa
        nei giorni del pre-ANSI C; da allora le funzioni solitamente vengono
        dichiarate separatamente all'inizio del programma. La prima procedura 
        risulta ancora perfettamente valida, purche' venga rispettato l'ordine
 in cui gli oggetti compaiono nella definizione della funzione.

 Ad esempio:

  int length, strlen(char[]);

 dove "length" e' una variabile, e "strlen" e' la funzione (come 
 nell'esempio precedente).

------------------------------------------------------------------------------
11. Ulteriori tipi di dati 
------------------------------------------------------------------------------

------------------------------------------------------------------------------
11.01. Strutture 
------------------------------------------------------------------------------

  Le strutture in C sono simili ai records in Pascal.
  Ad esempio:
  
  struct gun
    {
       char name[50];
       int magazinesize;
       float calibre;
    };
    
  struct gun arnies;
  
  Viene cosi definita una nuova struttura gun e definita arnies di tipo struct 
  gun.
       
  Nota: "gun" e' un'etichetta (tag) per la struttura che serve come 
 abbreviazione per le successive dichiarazioni. E' necessario solamente
 dichiarare "struct gun" e il corpo della struttura e' implicito come
   viene fatto per creare la struttura "arnies"; il tag e' opzionale.

  Le variabili possono anche essere dichiarate tra "}" e ";" di una 
  dichiarazione di struttura; ad esempio:

  struct gun
    {
       char name[50];
       int magazinesize;
       float calibre;
    } arnies;
 
  che equivale al precedente esempio di definizione di una nuova variabile
  strutturata di nome "arnies".

  Una struttura puo' essere pre-inizializzata al momento della dichiarazione:

        struct gun arnies={"Uzi",30,7};
         
  Per accedere ai membri (o campi) di una struttura il C fornisce l'operatore 
  ".".

  Ad esempio:
        arnies.magazinesize=100;
            
      
  Anche con le strutture si puo utilizzare typedef. La seguente istruzione
  crea un nuovo tipo "agun" che e' di tipo "struct gun" e puo' essere 
  inizializzato come al solito:
        
        typedef struct gun
    {
      char name[50];
      int magazinesize;
      float calibre;
    } agun;
 
        agun arnies= {"Uzi",30,7};  
        
  Qui "gun" e' ancora un'etichetta della struttura ed e' opzionale; agun e' 
  un nuovo tipo di dato e arnies e' una variabile di tipo agun (che e' una 
  struttura).
        
  Il C permette anche la definizione array di strutture:
       
        agun arniesguns[1000];
            
  che si possono utilizzare nel seguente modo:
         
        arniesguns[50].calibre=5;
     dove il campo "calibre" del record 50 di arniesguns assume valore 5;

        itscalibre= arniesguns[50].calibre;
     dove viene assegnato alla variabile itscalibre il valore del campo
     calibre del record 50 di arniesguns.

------------------------------------------------------------------------------
11.02. Unioni 
------------------------------------------------------------------------------

  Un'unione e' una variabile che puo' tenere (in momenti diversi) oggetti di 
  diversa dimensione e tipo.
  Il C usa l'istruzione "union" per creare unioni; ad esempio:
       
        union number
        {
           short  shortnumber;
           long   longnumber;
           double doublenumber;
        } anumber
                
  In questo modo viene definita un'unione chiamata number e un riferimento ad 
  essa chiamato anumber. "number" e' un'etichetta (tag) di unione e funziona
  alla stessa maniera del tag delle strutture.
  Si accede ai membri dell'unione come per i membri delle strutture.
         
  Ad esempio:    

 printf("%ld\n",anumber.longnumber);    
       
  Questa istruzione visualizza semplicemente il valore di longnumber.    

  Quando il compilatore C alloca la memoria per le unioni, riserva sempre lo 
  spazio necessario per il membro piu' grande (nell'esempio sopra riportato,
  sono 8 bytes per il tipo "double").

  Per fare si che il programma possa tenere traccia del tipo della variabile
  di unione usata in un determinato momento, e' diffusa l'abitudine di avere
  una struttura (con registrate le unioni) e una variabile che indica il 
  tipo dell'unione.

  Ad esempio:

 typedef struct 
    {int maxpassengers;
    } jet;

 typedef struct
    {int liftcapacity;
    } helicopter;

 typedef struct
    {int maxpayload;
    } cargoplane;

 typedef struct
    {jet jetu;
     helicopter helicopteru;
     cargoplane cargoplaneu;
    } aircraft;

 typedef struct
    {aircrafttype kind;
     int speed;
     aircraft description;
    } an_aircraft;

  Questo esempio definisce una unione di base aircraft, che puo' essere sia
  jet, helicopter o cargoplane.
  Nella struttura an_aircraft c'e' un tipo di elemento che indica quale
  struttura e' contenuta in quel momento.

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11.03. Type-casting 
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  Il C e' uno dei pochi linguaggi che permette la coercizione, e cioe' 
  permette di forzare una variabile di un tipo ad essere una variabile di 
  un'altro tipo utilizzando l'operatore "()".  
   
  Ad esempio:
   
    int numerointero;
    int numerointero2=10;
    float numerofloat=6.34;
    float numerofloat2;
    char lettera='A';
    
    numerointero=(int)numerofloat;    /* assegna il valore 6 (parte intera) */ 
    numerointero=(int)lettera;        /* assegna il valore 65 (codice ASCII)*/
    numerofloat2=(float)numerointero2 /* assegna 10.0 (valore float) */

  Alcuni type-casting vengono fatti automaticamente, principalmente in 
  relazione alle capacita' dei numeri integer.

  E' buona regola eseguire il type-casting tutte le volte che si e' in dubbio
  sulla corrispondenza degli operatori nelle assegnazioni.

  Altro uso che ne viene fatto e' all'interno delle divisioni, per assicurarsi
  che dia il risultato voluto; se abbiamo due numeri integer come operatori e
  vogliamo che il risultato sia un float, allora dovremo agire come segue:

 int intnumber,anotherint;
        float floatnumber;

 floatnumber=(float)intnumber/(float)anotherint

  Questa operazione assicura una divisione in floating-point.

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11.04. Enumerated Types 
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  Gli enumerated types contengono un elenco di costanti che possono essere
  indirizzate con valori integer.
  Per dichiarare tali tipi si utilizza "enum"; vengono dichiarati i tipi e le 
  variabili come nell'esempio che segue:

      enum colori {rosso, giallo, verde, blu} pennarello;
      enum giorni (lun,mar,mer,gio,ven,sab,dom} settimana;
      enum colori pulsante, nastro;
         
  In tale esempio viene dichiarato colori come enumerated type e la variabile 
  pennarello con 4 valori accettabili definiti, mentre la variabile settimana 
  di tipo giorni ha 7 valori accettabili definiti. Le variabili pulsante e 
  nastro sono di tipo colori.
  Ogni item nell'elenco di valori accettabili e' detto enumeration constant. 
  Il C mappa ogni enumeration constant ad un'intero, per cui e' ad esempio 
  possible scrivere:
       
      settimana=verde;
          
  che come risultato fa si che settimana abbia valore 2, perche' di default a 
  ogni membro dell'elenco di variabili e' assegnato un valore incrementale 
  partendo da 0 per il primo valore (come gia' visto per gli array).
        
  E' possibile definire valori diversi agli elementi:
       
      enum colori {rosso=10, giallo=30, verde, blu=giallo};

  Un ulteriore esempio relativo all'assegnazione di valori diversi e' il 
  seguente:

 enum escapes {bell='\a',
        backspace='\b', tab='\t',
        newline='\n', vtab='\v',
        return='\r'};

  E' anche possibile annullare il valore iniziale 0:

 enum months (jan=1,feb,mar,...dec);

  dove e' implicito che febbraio=2, marzo=3 e cosi' via.

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11.05. Variabili statiche 
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  Una variabile statica e' locale ad una particolare funzione. E' 
  inizializzata una sola volta, la prima volta che tale funzione viene 
  chiamata e il suo valore resta inalterato quando si esce dalla funzione, per
  cui quando si richiama nuovamente la funzione tale variabile ha ancora il 
  valore assegnatogli precedentemente.
  Per definire statica una variabile e' sufficente anteporre la parola static 
  alla dichiarazione della variabile.   
     
  Ad esempio: 

 void stat();     /* prototype function */

 main()
    {int i;

     for (i=0; i<5 ------------------------------------------------------------------------------="" 12.01.="" 12.="" a="b)" ad="" al="" alcuni="" altri="" analisi="" analizzare="" assegnato="" assegnazione="" auto="%d," auto_var="" avanzate="" b="" c.="" c="" caratteristiche="" caso="" cause="" come="" comuni="" con="" confronto="" conosca="" corretta.="" cosi="" creata="" cui="" dei="" del="" delle="" di="" e="" ed="" errori="" esempio="" espressione="" facilmente="" fatti="" i="" if="" il="" importante="" in="" int="" l="" la="" le="" linguaggio="" memorizzato.="" mentre="" n="" nei="" nel="" nota:="" ogni="" output="" pascal="" per="" piu="" possibili="" posto="" prende="" prima="" printf="" procedere="" programmi="" questi="" sara="" si="" simile="" sintassi="" sintatticamente="" sola="" stat="" static="%d" static_var="" suo="" un="" una="" utilizza="" valore="" variabile="" vengono="" viene="" volta="" volte=""> if (b),
        True se b != 0, False se b == 0.

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12.02. Passaggio dell'indirizzo di puntatori 
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  Vedremo meglio di cosa si tratta nel prossimo capitolo, anche se ne abbiamo
  gia' accennato in relazione al scanf(). E' comunque fondamentale ricordare
  di mettere la "&" nella funzione.

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12.03. Mancanza di () per una funzione 
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  Arrivando da precedenti esperienze con altri linguaggi, spesso ci si 
  dimentica di mettere () dopo una funzione; e' necessario farlo, anche se non 
  ci sono parametri passati alla funzione stessa.

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12.04. Indici di array 
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  E' importante ricordare che gli array in C sono dichiarati in maniera 
  diversa: gli array multidimensionali vengono dichiarati alla stessa maniera 
  di quelli semplici, ma con l'elenco dei valori massimi associati ad ogni 
  dimensione; la notazione che viene utilizzata per gli array 
  multidimensionali e' la seguente:

      [][] ... 

  dove tra le [] va specificata la dimensione massima per ognuna delle 
  dimensioni dell'array stesso.

  Un vettore di "n" elementi ha un intervallo indice che va da 0 a "n-1".

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12.05. Array di caratteri e puntatori 
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  Verranno trattati in maniera dettagliata nel prossimo capitolo.

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12.06. C e' case-sensitive 
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  Una regola fondamentale per l'utilizzo del C e' quella di ricordare che le
  lettere maiuscole e quelle minuscole vengono trattate come fossero caratteri 
  diversi.

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12.07. ";" chiude ogni istruzione 
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  E' facile dimenticarsene, ma il compilatore riscontrera' questa mancanza e
  la segnalera'.

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13. Puntatori 
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  I puntatori sono una delle piu' importanti caratteristiche del C. Se non si
  e' in grado di usare i puntatori in maniera appropriata, non si riusciranno 
  a sfruttare completamente la potenza e la flessibilita' che il C permette; 
  infatti, il segreto del linguaggio C sta proprio nel modo in cui utilizza i 
  puntatori.
 
  Il C usa molto i puntatori. Perche'?

  - e' l'unico modo per esprimere alcune operazioni;
  - produce codici sorgenti compatti ed efficienti;
  - rappresenta uno strumento molto efficace.

  Il C utilizza molto i puntatori in maniera esplicita con:

  - vettori;
  - strutture;
  - funzioni.

  Nota: i puntatori probabilmente sono la parte del C piu' difficile da 
        capire; le implementazioni in C sono leggermente diverse rispetto
        agli altri linguaggi.

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13.01. Cos'e' un puntatore 
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  Un puntatore e' un tipo di dato, una variabile che contiene l'indirizzo 
  in memoria di un'altra variabile. Si possono avere puntatori a qualsiasi 
  tipo di variabile.
  La dichiarazione di un puntatore include il tipo dell'oggetto a cui il 
  puntatore punta.  
  In C ogni variabile ha due tipi di valori: una locazione e un valore 
  contenuto in quella locazione.
 
  L' operatore & (operatore unario, o monadico) fornisce l'indirizzo di una 
  variabile.
  L' operatore * (operatore indiretto, o non referenziato) da' il contenuto 
  dell'oggetto a cui punta un puntatore.

  Per dichiarare un puntatore ad una variabile, l'istruzione e':

     int *pointer; 

  Nota: e' obbligatorio associare un puntatore ad un tipo particolare; per
        esempio, non e' possibile assegnare l'indirizzo di uno short int ad 
 un long int.

  Consideriamo gli effetti del seguente codice:
 
 int *pointer;  /* dichiara pointer come un puntatore a int */
 int x=1,y=2;
 
  (1) pointer= &x;   /* assegna a pointer l'indirizzo di x */
  (2) y=*pointer;    /* assegna a y il contenuto di pointer */
  (3)   x=pointer      /* assegna ad x l'indirizzo contenuto in pointer */
  (4) *pointer=3;    /* assegna al contenuto di pointer il valore 3 */

  Vale la pena considerare cosa succede al "livello macchina" in memoria per
  capire completamente come funzionano i puntatori.
  Supponiamo che la variabile x si trovi nella locazione di memoria 100, y 
  nella 200 e pointer nella 1000 (ricordiamo che pointer e' una variabile a 
  tutti gli effetti, e cosi' il suo valore necessita di essere memorizzato da
  qualche parte; e' la caratteristica del valore dei puntatori che risulta 
  nuova). 

  L'istruzione (1) fa si che pointer punti alla locazione di memoria 100
  (quella di x). 
  La (2) fa si che y assuma valore 1 (il valore di x). 
  La (3) fa si che x assuma valore 100 (cioe' il valore di pointer).
  La (4) fa si che il valore del contenuto di pointer sia 3 (quindi x=3).

  Notate che le assegnazioni x=1 e y=2 ovviamente caricano questi valori nelle
  variabili; pointer e' dichiarato come puntatore ad un intero e vi e' 
  assegnato l'indirizzo di x (&x), cosi' pointer verra' caricato con il valore
  100.
  Successivamente, y prende l'assegnazione del contenuto di pointer. In questo
  esempio, pointer punta attualmente alla locazione di memoria 100 (la 
  locazione di x). Cosi' ad y viene assegnato il valore di x (che' e' 1).
  Abbiamo gia' visto che il C non e' molto meticoloso riguardo 
  all'assegnazione di valori di tipo differente. Cosi' e' perfettamente legale
  (sebbene non sia comune a tutti) assegnare il valore corrente di pointer ad 
  x; in questo momento il valore di pointer e' 100.
  Alla fine possiamo assegnare un valore al contenuto di pointer (*ip).

  Quindi in merito ai puntatori possiamo avre tre possibili valori:
 pointer      contenuto o valore della variabile pointer
                     (indirizzo della locazione di memoria a cui punta)
 &pointer     indirizzo fisico della locazione di memoria del puntatore
 *pointer     contenuto della locazione di memoria a cui punta 

  NB. Quando un puntatore viene dichiarato non punta a nulla!
      Per poterlo utilizzare deve puntare a qualcosa!
      E' infatti un errore comune non assegnare un indirizzo di memoria a un 
      puntatore prima di usarlo.
      Cosi':

         int *ip;

         *ip=100;

      generera' un errore (crash di programma).
      L'utilizzo corretto e' il seguente:

         int *ip;
         int x;

         ip=&x;
         *ip=100;

      Un metodo comune per ovviare al problema dell'assegnazione 
      dell'indirizzo e' quello di utilizzare la funzione di libreria standard
      malloc(), che permette un'allocazione dinamica della memoria; e' 
      definita come char *malloc(int number_of_bytes).

      Ad esempio:  

         int *p; 
        p = (int *) malloc(100); 
      oppure:
  p= (int *) malloc(100*sizeof(int))

  Si possono fare operazioni aritmetiche intere con i puntatori:
 
 float *flp, *flq;
 *flp=*flp+10;
 ++*flp;
 (*flp)++;
 flq=flp;    

  Nota: un puntatore ad una variabile di qualsiasi tipo e' un indirizzo in
        memoria (il quale e' un indirizzo intero). Un puntatore per 
        definizione NON e' un intero.

  La ragione per cui associamo un puntatore ad un tipo di dato e' quella per
  cui e' possibile riconoscere quanti bytes contiene il dato. Quando si 
  incrementa un puntatore si cresce il puntatore di un "blocco" di 
  memoria. 
  Cosi' per un puntatore a char ++ch_ptr aggiunge 1 byte all'indirizzo, 
  per un intero o un float ++ip aggiunge 4 byte all'indirizzo.

  Consideriamo una variabile float (fl) ed un puntatore ad un float (flp); 
  ricordiamo che ad un float corrispondono 4 bytes.
  Assumiamo che flp punti ad fl; se poi incrementiamo il puntatore (++flp),
  questo si sposta dalla posizione a cui puntava originariamente di 4 bytes in
  avanti, e puntera' quindi al float successivo. D'altra parte, se aggiungiamo 
  2 al puntatore (flp+2), questo si sposta di due posizioni float, cioe' di 8 
  bytes.

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13.02. Puntatori e funzioni 
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  Esamineremo ora la stretta relazione tra i puntatori e le altre parti 
  principali del C, incominciando con le funzioni.

  Il C passa argomenti alle funzioni per valore.
  Ci sono molti casi in cui possiamo avere la necessita' di variare un 
  argomento passato in una funzione e ricevere di ritorno il nuovo valore una 
  volta che la funzione e' terminata. Gli altri linguaggi sono in grado di 
  fare questa operazione internamente (come ad esempio i parametri "var" in 
  PASCAL), mentre il C utilizza esplicitamente i puntatori per farlo.
 
  Il miglior metodo per comprenderne il funzionamento e' quello di fare un 
  esempio in cui dobbiamo essere in grado di ricevere parametri cambiati.
  Proviamo ad esempio a trovare un modo per effettuare uno scambio di 
  variabili (swap). La consueta chiamata di funzione:
 
      swap(a, b)

  non funziona. I puntatori forniscono quindi la possibile soluzione: passare
  l'indirizzo delle variabili alla funzione ed accedere all'indirizzo della
  funzione stessa. Cosi' la chiamata di funzione nel nostro programma potra'
  apparire come segue:

      swap(&a, &b)

  Il codice sorgente della funzione swap e' abbastanza lineare:

 void swap(int *px, int *py)
 {
   int temp;
   temp=*px;            /* contenuto di pointer */
   *px=*py;
    *py=temp;
 }

 main()
 {
   int a=10,b=20;
   ...
   swap(&a,&b);
   ...
 }

  Possiamo ritornare un puntatore dalle funzioni. Un esempio frequente e'
  quello di ritornare strutture:

    typedef struct {float x,y,z;} COORD;
      
    main()
      {COORD p1, *coord_fn();/*dichiara fn come return pointer di tipo COORD*/
       ...
       p1=*coord_fn(...);    /*assegna il contenuto dell'indir. restituito*/
       ...
      }  

    COORD *coord_fn(...)
      {COORD p;
       ...
       p=...;                /* assegna un valore alla struttura */
       return &p;            /* ritorna l'indirizzo di p */
      }
  In questo esempio ritorniamo un puntatore il cui contenuto e' immediatamente 
  tradotto in una variabile. Dobbiamo pero' farlo contestualmente all'uscita 
  del valore dalla funzione, poiche' la variabile a cui puntiamo e' locale 
  alla funzione stessa che e' appena terminata. Questo significa che lo spazio 
  dell'indirizzo si rende subito libero e puo' essere sovrascritto. 

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13.03. Puntatori e array 
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  Un'array di elementi puo' essere pensato come disposto in un insieme di 
  locazioni di memoria consecutive.

  Consideriamo il seguente esempio:

 int a[10],x;
 int *ptr;

 ptr=&a[0];     /* ptr punta all'indirizzo di a[0] */
 x=*ptr;        /* x = contenuto di ptr (in questo caso, a[0]) */

  A questo punto potremo incrementare ptr con successive istruzioni
        ++ptr
  ma potremo anche avere 
        (ptr + i) 
  che e' equivalente ad  a[i], con  i=0,1,2,3...9 .

  Quindi per raggiungere un elemento qualsiasi dell'array utilizzando un 
  puntatore, l'istruzione puo' essere:
        ptr + i = a[i]

  Attenzione: non c'e alcun limite di controllo per array e pointer, cosi' e'
              facilmente possibile oltrepassare la memoria prevista per un 
              array e sovrascrivere altre cose.

  Il C comunque e' molto piu' sottile nei propri collegamenti tra vettori e 
  puntatori.
  Ad esempio e' possibile scrivere
 ptr=a;
  invece di
 ptr=&a[0];
  ed a[i] puo' essere scritto come 
        *(a+i) 
  cioe' &a[i] = a+i.
  Inoltre si possono esprimere puntatori nel seguente modo  
        ptr[i] = *(ptr+i)


  Va comunque ricordato che puntatori e vettori sono diversi:

  - un puntatore e' una variabile, per cui possiamo scrivere:
        ptr=a   ed   ptr++ 
  - un array non e' una variabile quindi:
        a=ptr   ed   a++      sono istruzioni non valide

  Ora siamo in grado di comprendere in che maniera gli array vengono passati 
  alle funzioni. Quando un array e' passato ad una funzione, quello che viene
  effettivamente passato e' la locazione in memoria del suo elemento iniziale.
  Cosi':

      strlen(s)=strlen(&s[0])

  Questo e' il motivo per cui dichiariamo la funzione:
  
      int strlen(char s[]);

  Una dichiarazione equivalente e':

      int strlen(char *s);

  poiche'  char s[]=char *s.
  strlen() e' una funzione della standard library che ritorna la lunghezza di
  una stringa.

  Vediamo ora come possiamo scrivere una funzione:

      int strlen(char *s)
 { char *p=s;

   while (*p != '\0);
     p++
          return p-s;
        }

  Ora scriviamo una funzione per copiare una stringa in un'altra stringa.
  strcpy() e' una funzione della standard library che compie questa 
  operazione.

      void strcpy(char *s, char *t)
        { while ((*s++ = *t++) != '\0);i }

  In questo esempio vengono utilizzati puntatori ed assegnazioni per valore.

  E' interessante notare l'utilizzo della frase "null" con while.

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13.04. Array di puntatori 
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  Visto che i puntatori sono variabili, si possono avere array di puntatori.

  Ad esempio: 

      main(argc,argv)
      int argc;
      char *argv[];
      {
      }

  utilizzato per passare argomenti dalla linea di comando. 

  Gli array di puntatori sono una rappresentazione di dati che puo' essere
  convenientemente utilizzata per far fronte in maniera efficiente ai problemi 
  di trattamento di linee di testo con lunghezza variabile (ad esempio, nel
  caso dell'ordinamento); va ricordato che un testo non puo' essere spostato o
  confrontato in una singola operazione.

  E' possibile risolvere questi problemi con le seguenti operazioni:

  - memorizzare le linee end-to-end in un unico array char (\n va utilizzato 
    come separatore delle linee);
  - memorizzare i puntatori in un diverso array  dove ogni puntatore punta al
    primo carattere di ogni linea nuova;
  - confrontare due linee utilizzando la funzione strcmp() della libreria 
    standard;
  - se due linee non sono ordinate, swappare il puntatore nell'array dei
    puntatori (non in quello del testo).

  Questa procedura elimina gli aspetti complicati della gestione della 
  memorizzazione e la dispendiosita' dell'operazione di spostamento di linee
  di testo. 

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13.05. Array multidimensionali e puntatori 
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  In C dobbiamo pensare agli array multidimensionali in un modo diverso: un 
  array a due dimensioni e' un array monodimensionale i cui elementi sono 
  a loro volta degli array.

  Gli elementi degli array vengono memorizzati riga per riga.

  Avevamo visto che per passare un array a una funzione si deve specificare il 
  numero di colonne, mentre non e' necessario specificare il numero di righe.
  La ragione di questo e' dovuta ai puntatori, in quanto il C deve sapere il 
  numero di colonne per saltare di riga in riga in memoria.
  Si consideri ad esempio di passare l'array a[5][35] ad una funzione f;
  si puo' dichiarare:
  f(int a[][35]){...}
  oppure
 f(int(*a)[35]){...}

  Necessitano le parentesi per (*a) perche' il vettore abbia una precedenza
  maggiore rispetto ad *.
 
  Si noti cosi' la differenza tra:
      int (*a)[35];     dichiara un puntatore ad un array di 35 int
      int *a[35];       dichiara un array di 35 puntatori a int
 
  Consideriamo ora la sottile differenza tra puntatori ed array.
  Ad esempio:

 char *name[10]; 
        char Aname[10][20];
 
  in C e' possibile dichiarare legalmente sia name[3][4] che Aname[3][4].

  Comunque:

  - "Aname" e' un vero array di char a due dimensioni, con 200 elementi;
  - l'accesso agli elementi in memoria viene attuato tramite l'istruzione
       20*riga+colonna+indirizzo_base;
  - "name" ha 10 elementi pointer (quindi e' un array di puntatori).

  Se ogni puntatore nel vettore "name" e' settato per puntare ad un array di 
  20 elementi, solo in quel caso verranno riservati 200 chars (+ 10 elementi).

  Il vantaggio di una dichiarazione fatta nel secondo modo e' quello che ogni
  pointer puo' puntare a vettori di lunghezza diversa.

  Un tipico esempio di puntatore ad un array sono le stringhe.
  Consideriamo un esempio:

 #include 
 main()
  {
    char *s[5];
    *s="ciao";
    printf("%s\n",*s);
  }

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13.06. Inizializzazione statica degli array di puntatori 
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  L'inizializzazione degli array di puntatori e' una delle ideali applicazioni
  per un array interno statico.

  Esempio:

      some_fn()
 {static char *months = { "no month", "jan", "feb", ...};
        }

  Un array statico riserva un bit di memoria privato permanente.

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13.07. Puntatori e strutture 
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  Si tratta di strutture abbastanza lineari e facilmente definibili.
  Consideriamo ad esempio:
 
 struct COORD {float x,y,z;}pt;
 struct COORD *pt_ptr;
 
 pt_ptr=&pt;      /* assegna un puntatore a pt*/
 
  L'operatore "->" permette l'accesso a un membro della struttura puntata 
  dal puntatore, cioe':
 
 pt_ptr->x=1.0;
 pt_ptr->y=pt_ptr->y - 3.1;
 
  mentre avevamo visto che l'accesso ai membri di una struttra era dato 
  dall'operatore "." , e cioe':
 
 pt.x=2.73;   

  Un esempio puo' essere costituito dalle Linked Lists:

        typedef struct { int value;
    ELEMENT *next;
         } ELEMENT;

 ELEMENT n1, n2;

        n1.next = &n2;

  con cui viene rappresentato il link tra due nodi (n1 ed n2) della struttura 
  ELEMENT; all'interno di ogni nodo di quest'ultima, oltre al valore c'e' un
  puntatore "next" che viene settato all'indirizzo del nodo successivo.

  E' importante notare che possiamo dichiarare "next" solo come un puntatore
  ad ELEMENT; non e' possibile avere "next" come elemento del tipo della 
  variabile, poiche' questo creerebbe una definizione ricorsiva che non e' 
  permessa.
  E' invece possibile settare una referenza del pointer poiche' vengono messi
  da parte 4 bytes per ogni puntatore.

  Nel prossimo capitolo verra' analizzato ulteriormente questo problema.

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13.08. Le "trappole" piu' comuni dei puntatori 
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  Vogliamo ora puntualizzare due errori solitamente riscontrati nell'utilizzo 
  dei puntatori.

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13.08.01. Non assegnare un puntatore ad un indirizzo di memoria prima 
   di utilizzarlo 
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  Un esempio di questo errore:

      int *x;
      *x=100;
 
  E' necessario pero' dichiarare una locazione fisica, quindi avremo:

      int *x;
      int y;
      x=&y;
      *x=100;
    
  Puo' essere difficile individuare questo tipo di errore, poiche' nessun 
  compilatore lo segnala. Comunque "x" potrebbe anche avere degli indirizzi 
  random come inizializzazione.

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13.08.02. Assegnazione indiretta illegale 
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  Supponiamo di avere una funzione malloc() che prova ad allocare 
  dinamicamente la memoria (in fase di esecuzione) e ritorna un puntatore al 
  blocco di memoria richiesto nel caso in cui termini con successo, oppure un 
  puntatore nullo nell'altro caso.

      char *malloc()  - una funzione della libreria standard (che vedremo poi)

  Abbiamo  un puntatore: char *p;

  Consideriamo:

      *p = (char *) malloc(100); /* richiesta di 100 bytes di memoria */
      *p = `y';

  C'e' un errore in queste istruzioni. Qual'e'? Nell'istruzione

      *p = (char *) malloc(100); 

  non va messo il carattere "*" associato al puntatore.
  Questo e' dovuto al fatto che la funzione malloc ritorna un puntatore. 
  Inoltre, "p" non punta a nessun indirizzo.

  L'istruzione corretta dovrebbe essere:

      p = (char *) malloc(100); 

  Questa istruzione rivela un ulteriore problema nel caso in cui non ci sia 
  memoria disponibile e "p" sia nullo; percio' non potremo fare 
  l'assegnazione:

      *p = `y';

  Un buon programma C dovrebbe controllare questa possibilita':

      p = (char *) malloc(100);
      if ( p==NULL)
 { printf "Error: Out of Memory \n");
   exit(1);
 }

      *p=`y';

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14. Allocazione dinamica della memoria 
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  L'allocazione dinamica e' una graziosa e singolare caratteristica del C 
  (rispetto agli altri linguaggi di alto livello). Permette di creare tipi di
  dati e strutture di qualsiasi dimensione e lunghezza per soddisfare le
  necessita' all'interno dei programmi.

  Affronteremo in particolare due applicazioni tra le piu' diffuse:

  - array dinamici;
  - strutture dinamiche di dati, cioe' linked lists.

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14.01. Malloc 
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  La funzione malloc viene comunemente utilizzata soprattutto per 
  "conquistare" una funzione di memoria. Viene definita con l'istruzione:

      char *malloc(int number_of_bytes) 

  Questa funzione ritorna un puntatore a carattere che corrisponde al 
  punto di inizio in memoria della porzione riservata di dimensione
  "number_of_bytes". Se la memoria richiesta non puo' essere allocata, ritorna
  un puntatore nullo.

  Cosi':

      char *cp;
      cp = malloc(100);

  tenta di riservare 100 bytes ed assegna l'indirizzo di inizio a "cp". 

  Se si vuole avere un puntatore ad un altro tipo di dato, si deve utilizzare
  la coercizione. Inoltre solitamente viene utilizzata la funzione sizeof()
  per specificare il numero di bytes:

      int *ip;
      ip = (int *) malloc(100*sizeof(int));

  Il comando (int *) simboleggia la coercizione ad un pointer integer. La
  coercizione per correggere il tipo dei puntatori e' molto importante per
  garantire che i puntatori aritmetici vengano rappresentati correttamente.

  E' buona norma utilizzare sizeof anche nel caso in cui si sia gia' a 
  conoscenza della dimensione reale necessaria; questo garantisce codici
  portabili (device independent).

  "sizeof" puo' essere usata per trovare la dimensione di un qualsiasi tipo
  di dato, variabile o struttura; e' possibile farlo semplicemente passando
  uno di questi come argomento alla funzione.
  Cosi':

      int i;
      struct COORD {float x,y,z};
      typedef struct COORD PT;

      sizeof(int), sizeof(i), sizeof(struct COORD) e sizeof(PT) 

  sono tutti accettabili.

  Nell'esempio che segue possiamo utilizzare il collegamento tra pointer e
  array per trattare la memoria riservata come un array,  per poter cioe' 
  fare cose come:

      ip[0] = 100;
  
  oppure:

      for(i=0;i<100 ------------------------------------------------------------------------------="" 14.02.="" 15.="" a="" abbiamo="" accennato="" ad="" alcune="" allochera="" analizzate="" analizzeremo="" assegnata="" avranno="" brevemente="" c="" capitolo="" cosi="" d="" dello="" dettagliatamente.="" di="" dinamicamente:="" e="" ed="" element="" esempio="" esse="" file="" free="" funzione="" header="" i="" il="" in="" include="" includere="" input="" int="" ip="" istruzione="" l="" la="" le="" link.="" link="" linked="" list:="" lista="" lists="" ma="" malloc="" memoria="" necessario="" necessita="" next="" nuovamente="" nuovo="" ora="" output.="" output="" per="" piu="" possiamo="" precedenza="" programmi="" provare="" puntatore="" questo="" ridefinire="" riportiamo="" sara="" scanf="" se="" sizeof="" standard="" stdio.h="" struct="" strutture="" togliere="" typedef="" un="" utilizzare="" value="" varie="" verranno="" vogliamo="">

------------------------------------------------------------------------------
15.01. Streams 
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  Le streams costituiscono un mezzo efficace e flessibile per gestire l'I/O  
  (per lettura e scrittura di dati).
 
  Una stream e' un file o un device fisico (es. printer o monitor) che viene
  manipolato con un puntatore alla stream.
  Esiste una struttura di dati interna al C, FILE, che rappresenta tutte le
  stream ed e' definita nel file stdio.h.  E' sufficiente fare riferimento 
  alla struttura FILE nei programmi C quando si realizza l'I/O utilizzando le 
  stream.

  All'interno del programma si deve solamente dichiarare una variabile che 
  punti a tale tipo (non e' necessario conoscere alcuna ulteriore 
  specificazione relativa a questa definizione). Si deve aprire una stream 
  prima di eseguire l'I/O, quindi accedervi e poi richiuderla.

  Le streams di I/O sono bufferizzate: questo significa che ogni volta viene
  letto da un file o scritto su di esso un "pezzo" di dimensioni stabilite 
  attraverso alcune aree temporanee di immagazzinamento (e' importante notare
  che il file puntatore punta effettivamente a questo buffer).
  Questo metodo rende efficiente l'I/O, ma e' necessario fare attenzione: i 
  dati scritti in un buffer non compaiono nel file (o nel device) finche' il
  buffer non e' riempito o scaricato  ("\n" serve a questo). Qualsiasi uscita
  anormale del programma puo' causare problemi.

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15.01.01. Streams predefinite 
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  Unix definisce 3 stream predefinite che sono (in stdio.h):
 stdin, stdout, stderr.
  e utilizzano tutte text come metodo di I/O.
  "stdin" e "stdout" possono essere usate con files, programmi, device di I/O
  (come tastiera, console, ...); "stderr" va sempre sulla console o sul video.

  La console e' il default per stdout e stderr, mentre la keyboard e' il 
  default per lo stdin.

  Le streams predefinite vengono aperte automaticamente.

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15.01.01.01. Redirezione 
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  Questa e' la maniera in cui e' possibile variare i default UNIX di I/O.
  Non si tratta di una parte del C, ma questa operazione dipende dal sistema
  operativo.

  Siamo in grado di attuare la redirezione dalla linea di comando:

    >   - redireziona stdout (standard output) in un file.
          Cosi', se abbiamo un programma (out) che normalmente visualizza
          sullo schermo, con:
             out > file1
          l'output verra' inviato in un file (file1).

    <   - redireziona stdin (standard input) da un file.
          Cosi', se stiamo aspettando un input da tastiera per un programma
          (in), possiamo similmente leggere tale input da un file:
      in < file2.

    |   - pipe: prende lo stdout da un programma e lo trasforma in stdin per
          un altro:
      prog1 | prog2.
          Se, ad esempio, vogliamo inviare l'output di un programma 
          (solitamente sulla console) direttamente ad una stampante:
             out | lpr

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15.02. Funzioni comuni di I/O 
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  Le piu' comuni funzioni che permettono I/O sono getchar() e putchar().
  Esse sono definite ed usate nel seguente modo:

 int getchar(void)      - legge un char dallo stdin.
 int putchar(char ch)   - scrive un char sullo stdout.

  Ad esempio:
 int ch;

 ch=getchar();
 (void)putchar((char)ch);

  Funzioni correlate sono: 
 int getc(FILE *stream), int putc(char ch,FILE *stream).
  
  La funzione che permette l'output di un elenco di argomenti e'

 int printf(char *format, arg list ...)
   
  che stampa sullo stdout l'elenco di argomenti in accordo al formato 
  specificato. Ritorna il numero di caratteri stampati.
  I formati possibili sono:
 %c per il singolo carattere
 %d per numeri decimali
 %o per numeri ottali
 %x per numeri esadecimali
 %u per unsigned int
 %f per float o double
 %s per stringhe
 %e per formato scientifico
 
  Tra % e la lettera si puo' inserire un segno meno che significa 
  giustificazione a sinistra, un numero intero che da l'ampiezza del campo 
  che puo' essere seguito da un punto e da un altro intero che da il numero di 
  cifre decimali o il numero di caratteri per una stringa.
 
  Ad esempio: printf("%-3.4f\n",123.987654);
 
     da' come risultato:
  
  123.9876
 
  La funzione che permette l'input di un elenco di variabili e':
 
   int scanf(char *format, args....)

  che legge dallo standard input e assegna all'elenco di variabili i valori 
  letti. Ritorna il numero di caratteri letti.
  NB. E' richiesto l'indirizzo della varibile o un puntatore. 
     
  Ad esempio:     int i;
       scanf("%d",&i);
            oppure
   char string[80];
   scanf("%s",string);

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15.03. Formattazione di I/O 
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  Abbiamo gia' visto degli esempi di come il C utilizza l'I/O formattato.
  Ora lo analizzeremo in maniera piu' dettagliata.

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15.03.01. Printf 
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  La funzione e' definita come segue:

     int printf(char *format, arg list ...)

  e stampa sullo stdout la lista di argomenti conformemente alla stringa di
  formato specificata. Ritorna il numero di caratteri stampati.

  La stringa di formato ha 2 tipi di oggetti:

  - caratteri ordinari            - questi vengono copiati in output;
  - specificazioni di conversione - contraddistinte da "%" e di seguito 
                                    elencate.

  La seguente tabella mostra i possibili formati dei caratteri per le
  istruzioni printf/scanf:

   Formato (%)    Tipo            Risultato
  --------------------------------------------------------------------------
       c          char            singolo carattere
      i,d         int             numero decimale
       o          int             numero ottale
      x,X         int             numero esadecimale
                                  (notazione maiuscola o minuscola)
       u          int             intero senza segno
       s          char *          stampa una stringa terminata con \0
       f          double/float    formato -m.ddd...
      e,E           "             formato scientifico
      -1.23e002
      g,G           "             "e" o "f" ma piu' compatti
       %            -             stampa il carattere %
  --------------------------------------------------------------------------

  Tra il simbolo % ed il carattere di formato, e' possibile mettere:

     - (segno meno)         - giustificazione a sinistra;
     numero intero          - ampiezza del campo
     m.d                    - m=ampiezza del campo, d=precisione del numero
                              di cifre dopo il punto decimale, o numero di
                              caratteri da una stringa

  Cosi', ad esempio, potremo avere:

     printf("%-2.3f\n",17.23478);

  e l'output a video sara':

     17.235

  e:

     printf("VAT=17.5%%\n");

  dove l'output sara':

     VAT=17.5%

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15.04. Scanf 
------------------------------------------------------------------------------

  Questa funzione e' definita come segue:

     int scanf(char *format, args ...)

  Legge dallo stdin e mette l'input negli indirizzi delle variabili 
  specificate nella lista di args; ritorna il numero di caratteri letti.

  La stringa di controllo del formato e' simile a quella vista per printf.

  E' importante notare che la funzione scanf richiede di specificare 
  l'indirizzo di ogni variabile, oppure un puntatore ad essa:

     scanf("%d",&i);

  E' anche possibile dare solamente il nome di un array o di una stringa a
  scanf, poiche' questo corrisponde all'indirizzo di partenza dell'array/
  stringa:

     char string[80];

     scanf("%s",string);

------------------------------------------------------------------------------
15.05. Files
------------------------------------------------------------------------------

  I files sono l'esempio piu' comune di stream. 
  Per aprire un puntatore al file si utilizza la funzione fopen() definita 
  come:
 
     FILE *fopen(char *name, char *mode) 

  Tale funzione ritorna un puntatore a FILE. La stringa "name" e' il nome del 
  file su disco a cui vogliamo accedere; la stringa "mode" definisce il tipo 
  di accesso. Se per una qualsiasi ragione il file risulta non accessibile,
  viene ritornato un puntatore nullo.
  Le possibili modalita' di accesso ai files sono:

  - "r" (read),
  - "w" (write),
  - "a" (append). 

  Per aprire un file dobbiamo avere una stream (puntatore al file) che punta
  ad una struttura FILE.
  Cosi', per aprire in lettura un file chiamato myfile.dat, dovremo avere:

     FILE *stream, *fopen();  /* dichiarazione di una stream e 
      del prototipo fopen */

     stream = fopen ("myfile.dat","r");

  E' buona norma controllare l'esito dell'apertura del file:

     if ((stream = fopen ("myfile.dat","r"))==NULL)
 { printf("Can't open %s \n", "myfile.dat");
   exit(1);
        }
     ...

------------------------------------------------------------------------------
15.05.01. Lettura e scrittura su files 
------------------------------------------------------------------------------

  Le funzioni fprintf ed fscanf sono comunemente utilizzate per l'accesso ai
  files:

     int fprintf(FILE *stream, char *format, args ...)
     int fscanf(FILE *stream, char *format, args ...)

  Sono simili a printf e scanf, tranne per il fatto che i dati sono letti 
  dalla stream, che deve essere aperta con fopen().

  Ad esempio:  
     char *string[80]
     FILE *fp;
     if ((fp=fopen("file.dat","r")) != NULL)
  fscanf(fp,"%s",string);

  Il puntatore alla stream viene incrementato automaticamente con tutte le 
  funzioni di lettura/scrittura su file, quindi non e' necessario preoccuparsi 
  di farlo manualmente.

     char *string[80]:
     FILE *stream, *fopen();

     if ((stream=fopen(...)) != NULL)
        fscanf(stream,"%s",string);
 
  Altre funzioni di I/O da file sono:

     int getc(FILE *stream),       int fgetc(FILE *stream)
     int putc(char ch, FILE *s),   int fputc(char ch, FILE *s)

  Queste funzioni sono come getchar e putchar. "getc" e' definita come
  macro di preprocessore in stdio.h, "fgetc" e' una funzione di libreria C;
  con entrambe si ottiene lo stesso risultato.
 
  Esistono poi le funzioni: 

     fflush(FILE *stream)   - per fare la "flush" di una stream 
     fclose(FILE *stream)   - per fare la "close" di una stream 

  Ad esempio:
 
     FILE *fp;
     if ( (fp=fopen("file.dat","r")) == NULL)
       { 
         printf("Impossibile aprire file.dat\n");
         exit(1);
       }
      ...
      fclose(fp);
  
  E' possibile accedere alle streams predefinite utilizzando fprintf, etc.:

     fprintf(stderr,"Cannot Compute!!n"); 
     fscanf(stdin,"%s",string);

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15.06. Sprintf ed Sscanf 
------------------------------------------------------------------------------

  Simili a fprintf() ed fscanf() sono anche le funzioni:
 
     int sprintf(char *string, char *format, args..) 
     int sscanf(char *string, char *format, args..) 

  che scrivono/leggono su una stringa.
 
  Alcuni esempi:

  1) int x=10;
     char messaggio[80];
     sprintf(messaggio,"Il valore di x e' %d",x);

  2) float full_tank = 47.0;  /* litri */
     float miles = 300;
     char miles_per_litre[80];
     sprintf(miles_per_litre,"Miles per litre = %2.3f", miles/full_tank);

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15.07. Input dalla linea di comando 
------------------------------------------------------------------------------

  Il C permette di leggere argomenti dalla linea di comando, e questi possono
  poi essere utilizzati all'interno dei programmi.
  In fase di lancio del programma, possiamo scrivere gli argomenti dopo il
  nome del programma da eseguire. Abbiamo visto un esempio di questa 
  possibilita' in relazione all'utilizzo dei compilatori:

     c89 -o prog prog.c

  dove "c89" e' il programma, mentre "-o prog prog.c" sono gli argomenti.

  Al fine di essere in grado di utilizzare tali argomenti, e' necessario
  definirli nel seguente modo:
 
 main(int argc, char **argv) 

  cosi' la funzione main ha ora i propri argomenti; questi sono gli unici 
  argomenti main accettati.
  In questa definizione:

  - argc e' il numero degli argomenti digitati, incluso il nome del programma;
  - argv e' un array di stringhe contenente ciascon argomento, compreso il
    nome del programma come primo elemento.

  Ad esempio:

 #include 
 main(int argc, char **argv) 
 { /* programma per stampare gli argomenti dalla linea di comando */
  int i;
  printf("argc=%d\n",argc);
  for(i=0;i < argc;++i)
    printf("argv[%d]:=%s\n",i,argv[i]);
  }

  Se si e' compilato,chiamandolo args e fatto eseguire scrivendo:

  args f1 "f2" f3 4 stop!

  l'output sara':

   argc=6

 argv[0]=args
 argv[1]=f1
 argv[2]=f2
 argv[3]=f3
 argv[4]=4
 argv[5]=stop!
 
  Va notato che:

  - argv[0] e' il nome del programma;
  - argc totalizza anche il nome del programma;
  - tra gli argomenti, i caratteri "" vengono ignorati (sono considerati
    solamente delimitatori di argomenti); 
  - gli spazi bianchi delimitano gli argomenti;
  - nel caso in cui sia necessario mantenere spazi bianchi, occorre metterli
    tra "".

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15.08. I/O di basso livello 
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  Tale forma di I/O e' UNBUFFERED, cioe' ogni richiesta di read/write comporta 
  un accesso diretto al disco (o device) scrivendo o leggendo uno specificato 
  numero di bytes. 
  Non ci sono facilitazioni di formato, poiche' a questo livello si lavora 
  con i bytes di informazione; questo significa che ora si usano binary (e non 
  text) files. 
  Invece di un puntatore a file si usa un trattamento del file di basso 
  livello, detto anche "descrittore del file" che da' un unico numero intero 
  per identificare ciascun file.
  Per aprire un file si usa:

     int open(char *filename, int flag, int perms) 

  che ritorna un file descriptor, oppure -1 se l'operazione fallisce.

  Il flag controlla l'accesso al file ed ha i seguenti predefiniti
  valori definiti nel file fcntl.h: 

     O_APPEND, O_CREAT, O_EXCL, O_RDONLY, O_RDWR, O_WRONLY ecc.
  
  "perms" viene settato ottimamente a 0 per la maggior parte delle 
  applicazioni.

  Per creare un file si puo' usare la funzione:

   creat(char *filename, int perms)
  
  Per chiudere un file si usa:

 int close(int handle)
  
  Per leggere/scrivere uno specificato numero di bytes da/su un file 
  immagazzinati in una locazione di memoria specificata da "buffer" si 
  utilizzano:  

   int read(int handle, char *buffer, unsigned length)
   int write(int handle, char *buffer, unsigned length)
      
  Queste due funzioni ritornano il numero di byte letti/scritti o -1 se
  falliscono. 

  Per specificare la lunghezza si utilizza, in genere, la funzione sizeof().
  
  Ad esempio:

        /* legge un elenco di float da un file binario
           il primo byte del file dice quanti float ci sono
           nel file. Successivamente vengono elencati i float; 
           il nome del file e' letto dalla linea di comandi */
   #include 
   #include 
   float bigbuff[1000];
    
   main(int argc,char **argv)
   {
     int fd;
     int bytes_read;
     int file_length;
     
     if((fd=open(argv[1],O_RDONLY))==-1)
           { /* errore, file non aperto */
       exit(1);
    }
     if ((bytes_read=read(fd,&file_length,sizeof(int))==-1)
           { /* errore in lettura file */
       exit(1);
    }
     if (file_length>999)
    { /* file troppo grande */
       exit(1);
    }
     if((bytes_read=read(fd,bigbuff,
      file_length*sizeof(float)))==-1)
    { /* errore in lettura file aperto */
       exit(1);
    }
    
         }

------------------------------------------------------------------------------
16. Il preprocessore C 
------------------------------------------------------------------------------

  La chiamata al preprocessore e' il primo passo da compiere fra i passi per 
  la compilazione di un programma C (si tratta di una caratteristica presente
  solo nei compilatori C).

  Il preprocessore fornisce un proprio linguaggio, il quale puo' costituire 
  un potente strumento per i programmatori. Ricordiamo che tutte le istruzioni
  e i comandi del preprocessore cominciano con un #.

  L'utilizzo del preprocessore e' vantaggioso, poiche' rende:
 
  - i programmi piu' facili da sviluppare,
  - piu' facili da leggere,
  - piu' facili da modificare,
  - il codice C piu' trasportabile tra le diverse architetture macchina.

  Il preprocessore permette anche di "customizzare" il linguaggio. Ad esempio,
  per sostituire {...} blocchi di istruzioni delimitati con la notazione 
  Pascal (come begin ... end), e' sufficiente dichiarare:

     #define begin {
     #define end }

  Durante la compilazione tutte le occorrenze di begin/end vengono sostituite
  con i corrispondenti { o }; cosi' la successiva fase di compilazione C non 
  riconoscera' alcuna differenza di linguaggio.

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16.01. #define 
------------------------------------------------------------------------------

  Viene utilizzato per definire costanti, oppure qualsiasi sostituzione macro.
  Va utilizzata come segue:

     #define  

  Ad esempio:

     #define FALSE 0
     #define TRUE !FALSE

  E' possibile anche definire delle piccole funzioni utilizzando l'istruzione
  #define. Se, ad esempio, vogliamo trovare il massimo tra due variabili:

     #define max(A,B) ((A)>(B) ? (A):(B))

  (ricordiamo che "?" in C corrisponde all'operatore ternario).

  Questa istruzione, pero', non definisce propriamente una funzione "max"; 
  significa invece che in qualsiasi posto noi richiamiamo max(var1,var2), il 
  testo viene sostituito dalla definizione appropriata (var1 e var2 non devono
  necessariamente essere i nomi delle variabili).

  Cosi' se nel nostro codice C scriviamo ad esempio:

     x=max(q+r,s+t);

  dopo la chiamata al preprocessore, se fossimo in grado di vedere il codice,
  questo apparirebbe nel seguente modo:

     x=( (q+r) > (r+s) ? (q+r) : (s+t) );

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16.02. #undef 
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  Questo comando esegue l'undefine di una macro; per poterla ridefinire ad 
  un differente valore, una macro deve essere undefined.

------------------------------------------------------------------------------
16.03. #include 
------------------------------------------------------------------------------

  Questo comando include un file all'interno del codice.

  Ci sono due possibili forme:

     #include 

  oppure

     #include "file"

   indica al compilatore di cercare dove sono memorizzati i files di 
  include di sistema; solitamente i sistemi UNIX memorizzano i files nella
  directory /usr/include;

  "file" cerca un file nella directory corrente (quella da cui il programma
  viene eseguito). 

  I files inclusi di solito contengono prototipi C e dichiarazioni da file
  header e non codici C algoritmici.

------------------------------------------------------------------------------
16.04. #if - Inclusione condizionale 
------------------------------------------------------------------------------

  #if valuta una costante espressione intera; e' necessario utilizzare #endif
  per delimitare la fine dell'istruzione.
  E' possibile anche avere else (con #else) ed else if (con #elif).

  Altro uso comune che puo' essere fatto con #if e' il seguente:

     #ifdef            - if defined
     #ifndef           - if not defined

  Queste istruzioni sono utili per controllare se le macro sono settate, 
  magari da differenti moduli di programma e da file header.

  Ad esempio:
     #ifdef USESTRINGDOTH
      #include 
     #else USESTRINGDOTH
      #include 
     #endif USESTRINGDOTH

  Ad esempio, per settare la dimensione degli integer per un programma C
  portabile tra TurboC (su MS-DOS) e il sistema operativo Unix (o altro);
  ricordiamo che TurboC usa gli interi a 16 bit mentre Unix utilizza gli
  interi a 32 bit.
  Presumiamo che se TurboC sta girando, una macro "TURBOC" risultera' 
  definita; cosi' dobbiamo solamente preoccuparci di controllare questo:

     #ifdef TURBOC
       #define INT_SIZE 16
     #else
       #define INT_SIZE 32
     #endif

  Come ulteriore esempio, potremmo avere la necessita' di includere il file 
  msdos.h in sostituzione del file default.h nel caso in cui si stia eseguendo 
  il programma su una macchina MS-DOS.
  Una macro "SYSTEM" e' settata al tipo di sistema, cosi' e' sufficiente
  controllare:

     #if SYSTEM == MSDOS
       #include 
     #else
       #include "default.h"

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17. Scrittura di grossi programmi 
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  In questo capitolo verranno trattati gli aspetti teorici e pratici che 
  devono essere considerati quando si scrivono grossi programmi. In questi
  casi e' consigliabile suddividere i programmi in moduli, che dovrebbero
  essere in file sorgenti separati. L'istruzione main() sara' in un solo
  file (rappresenta main.c), mentre tutti gli altri conterranno delle
  funzioni.

  E' possibile creare una propria libreria di funzioni scrivendo un gruppo 
  di subroutine in uno o piu' moduli. Infatti i moduli possono essere 
  condivisi da diversi programmi semplicemente includendoli in fase di 
  compilazione, come vedremo.

  Ci sono molti vantaggi legati a questo modo di operare:

  - i moduli verranno naturalmente divisi in gruppi comuni di funzioni;
  - e' possibile compilare ogni modulo separatamente e linkarlo poi nei
    moduli compilati (come vedremo piu' avanti);
  - le utility UNIX, come make, aiutano a mantenere grossi sistemi (anche
    questo verra' analizzato all'interno di questo capitolo).

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17.01. File header 
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  Se adottiamo un approccio modulare, allora risultera' spontaneo mantenere
  all'interno di ogni modulo la definizione delle variabili, i prototipi di 
  funzioni, e cosi' via. Comunque sorge un problema nel caso in cui piu' 
  moduli necessitino la condivisione di tali definizioni.

  E' consigliabile centralizzare la definizione in un file e condividerlo poi
  con gli altri moduli. I file di questo tipo sono chiamati solitamente
  "header file".

  Le convenzioni stabiliscono che questi file abbiano un suffisso ".h".

  Abbiamo gia' incontrato in precedenza file header delle librerie standard,
  come ad esempio:

     #include 

  Siamo in grado di definire dei file header propri, ed includerli poi nei
  programmi con un'istruzione del tipo:     
     
     #include "my_head.h"

  E' importante notare che il file header solitamente contengono solo 
  definizioni di tipi di dati, prototipi di funzioni e comandi per il
  preprocessore C.

  Se abbiamo, ad esempio, tre moduli:

     main.c
     WriteMyString.c
     header.h

  solitamente ogni singolo modulo verra' compilato separatamente.

  Alcuni moduli hanno un 

     #include "header.h"

  per accedere alle definizioni comuni.

  Alcuni altri, come main.c, includono anche file header standard.

  Nell'esempio accennato, "main" richiama la funzione WriteMyString.c()
  che e' nel modulo WriteMyString.c.
  In quest'ultima funzione potrebbe essere richiamato un prototipo di 
  funzione "void" che viene definito in header.h.

  Notiamo che in generale e' necessario decidere tra il desiderio che ogni
  modulo ".c" possa accedere alle informazioni di cui necessita unicamente
  per il proprio lavoro, e la realta' pratica di mantenere molti file
  header.

  Per i programmi di moderate dimensioni, probabilmente e' meglio mantenere
  uno o due file header che condividano le definizioni di piu' di un modulo.

  Un problema finora tralasciato in merito all'approccio modulare riguarda
  le variabili di sharing.

  Se abbiamo delle variabili globali dichiarate ed utilizzate nel modulo 
  corrente, in che modo e' possibile fare riconoscere tali variabili agli
  altri moduli?
  Possiamo passare i valori come parametri delle funzioni, ma:

  - questa tecnica puo' risultare molto laboriosa se passiamo gli stessi
    parametri a molte funzioni e/o se sono coinvolti elenchi di argomenti 
    piuttosto lunghi;
  - e' difficile memorizzare localmente vettori molto grandi oppure strutture
    (ci sono problemi di memoria con le pile).

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17.02. Variabili esterne e funzioni 
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  L'aggettivo "interno" implica che gli argomenti e le funzioni vengano
  definite all'interno delle funzioni stesse (local).

  Le variabili "esterne" sono definite al di fuori della funzione; queste
  sono potenzialmente disponibili per l'intero programma (global), ma non
  necessariamente lo sono.

  Le variabili esterne sono sempre fisse.

  Sottolineiamo il fatto che in C (a differenza del Pascal) tutte le 
  definizioni di funzioni sono esterne.

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17.02.01. Scopo delle variabili esterne 
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  Una variabile esterna (o funzione) non e' sempre completamente globale.

  Il C applica la seguente regola:
 
  l'estensione di una variabile (o di una funzione) esterna comincia dal suo 
  punto di dichiarazione e termina alla fine del file (modulo) in cui viene
  dichiarata.

  Consideriamo il seguente esempio:

     main()
     {...}

     int what_scope;
     float end_of_scope[10];
   
     void what_global()
     {...}

     char alone;

     float fn()
     {...}

  main non puo' vedere what_scope o end_of_scope, mentre le funzioni
  what_global ed fn possono vederle. Solo la funzione fn puo' vedere la
  variabile alone.

  Questa e' anche la prima delle ragioni per cui dobbiamo creare prototipi
  di funzioni prima che nel codice venga dichiarato il corpo della funzione.

  In questo caso main non riconoscera' le funzioni what_global ed fn; a sua
  volta what_global non riconosce fn, ma fn riconosce invece what_global,
  poiche' e' stata dichiarata al di sopra di essa.

  Facciamo presente che l'altra ragione per cui creiamo prototipi di funzioni
  e' che possono essere fatti alcuni controlli sui parametri passati alle
  funzioni.

  Se abbiamo bisogno di riferirci ad una variabile esterna prima della sua 
  dichiarazione oppure nel caso in cui sia definita in un altro modulo,
  dobbiamo dichiararla come una variabile esterna, cioe':

    extern int what_global;

  In questo modo ritorniamo all'esempio modulare. Abbiamo una stringa global
  AnotherString dichiarata in main.c e condivisa con WriteMyString.c, dove
  e' dichiarata come variabile esterna.

  Attenzione: il prefisso "extern" e' una dichiarazione e non una definizione,
  cioe' nessun blocco di memoria viene riservato per una variabile esterna (si
  tratta solamente della dichiarazione della proprieta' della variabile).

  La variabile vera e propria deve essere definita una sola volta all'interno
  dell'intero programma, mentre e' possibile avere tutte le dichiarazioni
  esterne che sono necessarie.

  Le dimensioni degli array devono ovviamente essere date con le definizioni,
  ma non sono richieste con le dichiarazioni esterne. 

  Ad esempio:

     main.c:   int arr[100];
     file.c:   extern int arr[];

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17.03. L'utility Make 
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  L'utility Make e' un intelligente program manager che mantiene l'integrita'
  di un gruppo di moduli di programma, una raccolta di programmi oppure un
  sistema completo. Nella pratica non e' possibile avere programmi che 
  appartengano ad un sistema di file qualsiasi (ad esempio, i capitoli di 
  testo in un libro, gia' passati in composizione). 

  Questa utility viene principalmente utilizzata come aiuto in fase di 
  sviluppo di sistemi.

  Make e' stata originariamente sviluppata per UNIX, ma attualmente e' 
  disponibile sulla maggior parte dei sistemi.

  Facciamo presente che make e' un'utility per la programmazione, e non una
  parte del linguaggio C oppure un qualsiasi linguaggio per la soluzione di
  un determinato problema.

  Consideriamo il problema di mantenere un grosso numero di file sorgenti:

     main.c f1.c ... fn.c

  per cui potremmo normalmente compilare sul nostro sistema con il comando:
   
     cc -o main main.c f1.c ... fn.c

  Comunque, se siamo a conoscenza del fatto che alcuni file sono gia' stati 
  precedentemente compilati ed i loro sorgenti non sono variati da quando
  possiamo aver provato, e vogliamo salvare la compilazione totale linkando 
  questi file nel codice oggetto, il comando sara' il seguente:

     cc -o main main.c f1.c ... fi.o ... fj.o ... fn.c

  Possiamo usare l'opzione "-c" del compilatore C per creare un file ".o"
  per un modulo stabilito. Ad esempio:

     cc -c main.c

  creera' un file main.o. In questo caso non c'e' la necessita' di fornire 
  nessun link alle librerie, poiche' questo problema viene automaticamente
  risolto nella fase di link della compilazione.
 
  Comunque, esiste un problema per la compilazione dell'intero programma in
  questo modo piuttosto lungo:

  - e' tempo sprecato compilare un modulo .c: se il modulo e' gia' stato
    compilato in precedenza e non e' stato successivamente variato, non c'e'
    alcuna necessita' di ricompilarlo. E' sufficiente linkare i file oggetto.
    Potrebbe comunque non essere facile ricordare quali file sono realmente
    aggiornati; se li linkiamo in un vecchio file oggetto, il nostro programma
    eseguibile finale potrebbe risultare errato.
  - e' piuttosto laborioso (ed incline agli errori) digitare una lunga
    sequenza di compilazione sulla linea di comando. Molti dei nostri file 
    potrebbero dover essere linkati, cosi' pure come molti file delle librerie
    di sistema: puo' cosi' risultare molto difficile ricordare la corretta
    sequenza delle operazioni. Anche nel caso in cui si faccia un cambiamento
    minimo alla linea di comando utilizzando l'editing di sistema, si possono
    facilmente fare errori.

  Se usiamo l'utility make, questa provvede automaticamente a fare tutti
  questi controlli. In generale, questa utility garantisce la ricompilazione
  solamente dei moduli che hanno i file oggetto piu' vecchi rispetto ai file
  sorgenti.

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17.04. Programmazione di Make 
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  La programmazione di make e' abbastanza lineare; fondamentalmente, dobbiamo
  scrivere una sequenza di comandi che descrivano come il nostro programma
  (o un sistema di programmi) puo' essere costruito a partire dai file
  sorgenti.

  La sequenza di costruzione viene descritta nel file "makefile", che contiene
  regole di dipendenza e regole di interpretazione.

  Una regola di dipendenza ha due parti (una parte destra ed una sinistra,
  separate da ":"):

     left_side : right_side

  La parte sinistra e' formata dal nome di un target (nome del programma o del
  file di sistema) che deve essere creato, mentre la parte destra fornisce i
  nomi dei file da cui dipende il file di target (ad esempio, file sorgenti,
  file header o file di dati).

  Se il file target risulta non aggiornato rispetto alle parti che lo 
  costituiscono, e' necessario sottostare alle regole di interpretazione (o di 
  costruzione) che seguono le regole di dipendenza.

  In questo modo, nel caso di un tipico programma C, quando di esegue il 
  makefile vengono seguiti questi passi: 

  - Viene letto il makefile: questo riporta quali oggetti e file di libreria
    necessitano di essere linkati e quali file header e sorgenti devono essere
    compilati per creare ogni file oggetto.
  - Data e ora di ogni file oggetto vengono controllati con quelli di ogni
    file sorgente e file header da cui dipende. Se un qualsiasi file sorgente 
    o header risulta piu' recente rispetto al file oggetto, allora i file sono 
    stati modificati dopo l'ultima compilazione e percio' viene ricompilato 
    il file oggetto.
  - Una volta che tutti i file oggetto sono stati controllati, vengono    
    controllati data e ora di tutti i file oggetto e confrontati con quelli 
    del file eseguibile. Se uno qualsiasi dei file risulta piu' recente, 
    allora i file oggetto verranno ricompilati.

  Facciamo presente che i file di make possono obbedire ad un qualsiasi 
  comando che venga digitato sulla linea di comando. Percio' possiamo usare 
  i makefile per fare molto piu' che compilare un modulo sorgente del sistema. 
  Per esempio, potremmo fare backup di file, eseguire programmi se i file di 
  dati risultano
  variati, oppure ripulire directory.

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17.05. Creazione di un makefile 
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  Questa operazione risulta piuttosto semplice: si tratta di creare un file
  di testo utilizzando un qualsiasi text editor. Il makefile contiene 
  solamente un elenco di file collegati ed i comandi necessari per soddisfare 
  tali collegamenti. 

  Riportiamo ora un esempio di makefile:

     prog: prog.o f1.o f2.o
       c89 prog.o f1.o f2.o -lm  etc.

     prog.o: header.h prog.c
       c89 -c prog.c

     f1.o: header.h f1.c
       c89 -c f1.c

     f2.o: ...
       ...

  Make interpretera' il file nel seguente modo:

  - prog dipende da 3 file: prog.o, f1.o ed f2.o. Se uno qualsiasi dei file
    oggetto sono stati modificati dopo l'ultima compilazione, i file devono 
    essere linkati nuovamente.
  - prog.o dipende da 2 file. Se questi risultano modificati, prog.o deve
    essere ricompilato; la stessa cosa vale per f1.o ed f2.o.

  Gli ultimi 3 comandi nel makefile sono chiamati "regole esplicite", poiche'
  i file nei comandi vengono elencati con il proprio nome.

  Possiamo anche usare "regole implicite", le quali ci permettono di 
  generalizzare le nostre regole e memorizzare cio' che e' stato digitato.

  E' possibile prendere:

     f1.o: f1.c
       cc -c f1.c

     f2.o: f2.c
       cc -c f2.c

  e generalizzarlo con il seguente comando:

     .c.o: cc -c $<

  Questo si legge come ".source_extension.target_extension: command".
  "$<" e' l'abbreviazione per il nome file con estensione ".c".

  E' possibile aggiungere commenti in un makefile utilizzando il simbolo "#";
  in questo modo, tutti i caratteri che seguono # sulla linea vengono 
  ignorati.

  Make ha molti comandi interni simili o addirittura uguali a quelli UNIX. 
  Alcuni esempi:

     break, date, mkdir, type, chdir, mv (move o rename), 
     cd, rm (remove), cp (copy), path

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17.06. Macro di Make 
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  Utilizzando make e' possibile definire delle macro; queste vengono usate 
  solitamente per memorizzare i nomi dei file sorgenti, i nomi dei file 
  oggetto, le  opzioni del compilatore ed i link alle librerie.

  Le macro sono semplici da definire; ad esempio:

     SOURCES = main.c f1.c f2.c
     CFLAGS  = -g -C
     LIBS    = -lm
     PROGRAM = main
     OBJECTS = (SOURCES: .c=.o)

  dove (SOURCES: .c=.o) trasforma le estensioni ".c" dei file elencati in 
  SOURCES in estensioni ".o". 

  Per referenziare o richiamare una macro in make, e' necessario 
  $(macro_name); ad esempio:
 
     $(PROGRAM) : $(OBJECTS)
     $(LINK.C) -o $@ $(OBJECTS) $(LIBS)
 
  E' importante notare:

  - $(PROGRAM) : $(OBJECTS)  - crea un elenco di dipendenze ed oggetti;
  - l'utilizzo di una macro interna, cioe' $.

  Ci sono molte macro interne; alcune delle piu' comuni sono:

  - $star  - parte del file name nella directory corrente (meno .suffisso)
  - $@     - nome completo dell'oggetto corrente
  - $<     - file .c dell'oggetto 

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17.07. Esecuzione di Make 
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  E' sufficiente digitare make dalla linea di comando.

  UNIX cerca automaticamente un file di nome "Makefile" (notare l'iniziale
  maiuscola, mentre tutto il resto e' minuscolo). Il Makefile presente nella
  directory corrente verra' eseguito.

  E' possibile annullare questa ricerca di un file semplicemente digitando
  il comando "make -f make_filename". Ad esempio:

     make -f my_make

  Per quanto riguarda i makefile, esistono altre opzioni (-option) oltre a
  quella appena vista.

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18. UNIX e il C 
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  C'e' un collegamento molto stretto tra il C e la maggioranza dei sistemi
  operativi che eseguono i nostri programmi in C. In questo capitolo verranno
  analizzate le modalita' con cui il C ed UNIX interagiscono.
  
  Dobbiamo utilizzare UNIX per mantenere il nostro spazio per i file, per 
  editare, compilare ed eseguire programmi, e cosi' via. Ma UNIX porta molti 
  piu' vantaggi che questi.

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18.01. Vantaggi di usare UNIX con il C 
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  - Portabilita':
    UNIX, o una delle varieta' di UNIX, e' disponibile su molte macchine. 
    I programmi scritti in standard UNIX e C possono essere eseguiti su 
    una qualsiasi macchina con minima difficolta'.
  - Multiuser/Multitasking:
    Molti programmi sono in grado di utilizzare le elevate capacita' 
    di elaborazione delle macchine.
  - Trattamento dei File: 
    File system gerarchico, con molte routine per il trattamento dei file.
  - Programmazione Shell:
    UNIX fornisce un potente interprete di comandi che comprende oltre 200 
    comandi e puo' anche eseguire programmi sia UNIX che definiti dall'utente.
  - Pipe: 
    L'output di un programma puo' essere utilizzato come input per un altro 
    programma. Questo puo' essere fatto dalla linea di comando, oppure 
    all'interno di un programma C.
  - Utility UNIX: 
    Ci sono oltre 200 utility che permettono di realizzare molte routine 
    senza scrivere dei nuovi programmi (come, ad esempio: make, grep, diff, 
    awk, more, ...)
  - Chiamate di sistema: 
    UNIX ha circa 60 chiamate di sistema residenti nel "cuore" del sistema 
    operativo, o kernel di UNIX. Le chiamate sono scritte in C, e sono 
    accessibili dai programmi C. Esempi di queste chiamate possono essere 
    gli I/O di base e il clock di sistema. La funzione open() e' un esempio 
    di una chiamata di sistema.
  - Funzioni di libreria:
    Aggiunte al sistema operativo.

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18.02. Utilizzo delle chiamate di sistema UNIX e delle funzioni di libreria 
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  Per utilizzare le chiamate di sistema e le funzioni di libreria in un 
  programma C e' sufficiente richiamare la funzione C appropriata.

  Abbiamo gia' visto alcune chiamate di sistema trattando l'I/O di basso 
  livello (open(), creat(), read(), write() e close() sono esempi).

  Abbiamo invece incontrato esempi di funzioni delle librerie standard nella
  parte dedicata alle funzioni di I/O di alto livello (fopen(), fprintf(),
  sprintf(), malloc(), ...).

  Tutte le funzioni matematiche (come sin(), cos(), sqrt()) ed i generatori
  di numeri random (random(), seed(), lrand48(), drand48(), ...) sono
  funzioni della libreria standard math.

  E' da notare il fatto che la maggior parte delle funzioni delle librerie
  standard utilizzeranno delle chiamate di sistema all'interno di esse.

  Per molte chiamate di sistema e funzioni di libreria, e' necessario 
  includere un file header appropriato, come ad esempio stdio.h o math.h.

  Informazioni su quasi tutte le chiamate di sistema e le funzioni di 
  libreria sono disponibili sulle pagine del manuale. Queste sono disponibili
  on-line; e' sufficiente digitare il nome della funzione "man".

  Ad esempio:

     man drand48

  dara' informazioni in merito a questo generatore di numeri random.

  Tutte le chiamate di sistema e le funzioni di libreria verranno elencate
  in seguito. Abbiamo gia' visto esempi di funzioni di libreria per il 
  trattamento delle stringhe; piu' avanti vedremo l'applicazione di alcune 
  altre funzioni di libreria e di sistema. 

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18.03. Trattamento di file e directory 
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  Ci sono molte utility UNIX che permettono la gestione di directory e file.
  cd, ls, rm, cp, mkdir, etc. sono esempi solitamente molto noti.

  Vedremo ora come sia possibile raggiungere un simile scopo dall'interno di
  un programma C.

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18.03.01. Funzioni di trattamento delle directory 
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  Queste operazioni coinvolgono fondamentalmente chiamate ad appropriate
  funzioni.

  Ad esempio:

     int chdir(char *path)  - cambia la directory a quella specificata nella
                              stringa "path"

  Esempio: emulazione C del comando UNIX "cd"

     #include 

     main(int argc, char **argv)
        {
    if (argc < 2)
       {printf("Usage: %s  \n", argv[0]);
               exit(1);
       }
           if (chdir(argv[1]) != 0)
       {printf("Error in chdir\n");
               exit(1);
       }
        }

  char *getwd(char *path) 
       Restituisce il pathname completo della directory di lavoro corrente. 
       "path" e' un puntatore ad una stringa in cui viene ritornato il 
       pathname.  "getwd" ritorna un puntatore alla stringa, oppure NULL nel 
       caso si verifichi un errore.

  scandir(char *dirname, struct direct **namelist, int (*select)(), 
         int (*compar)())
       Legge il dirname della directory e crea un array di puntatori ad ogni 
       voce contenuta della directory, oppure "-1" per un errore. "namelist" 
       e' un puntatore ad un array di puntatori alla struttura.
       (*select)() e' un puntatore ad una funzione che viene richiamata con
       un puntatore ad ogni voce della directory (definita in ) e
       potrebbe ritornare un valore diverso da 0 se la voce della directory
       e' inclusa nell'array. Se il puntatore e' nullo, allora verranno 
       incluse tutte le voci della directory.
       L'ultimo argomento e' un puntatore ad una routine che viene passato a
       qsort (vedere "man qsort") - una funzione interna che sorta l'array
       completo. Se il puntatore e' NULL, l'array non viene sortato.

  alphasort(struct direct **d1, **d2) 
       "alphasort()" e' una routine interna che sorta alfabeticamente un
       array.

  Esempio: una semplice versione dell'utility UNIX "ls"

     #include 
     #include 
     #include 
     #include 
 
     #define FALSE 0
     #define TRUE!FALSE

     extern int alphasort();

     char PATHNAME[MAXPATHLEN];

     main()    {int count,i;
  struct direct **files;
                int file_select();

                if(getwd(pathname) == NULL)
                  {printf("Error getting path\n");
                   exit(0);
                  }
                printf("Current Working Directory=%s\n",pathname);
                count=scandir(pathname,&files,file_select,alphasort);

  /* if no files found, make a non-selectable menu item */
  if (count <= 0)
     {printf("No files in this directory\n");
      exit(0);
            } 
  printf("Number of files=%d\n",count);
  for (i=1;id_name);
         printf("\n"); /* flush buffer */
        }

     int file_select(struct direct *entry)

 {if ((strcmp(entry->d_name,".") == 0) ---
             (strcmp(entry->d_name,"..") == 0))
            return (FALSE);
         else
     return (TRUE);
 }

  "scandir" ritorna la directory corrente (.) e la directory di livello 
  superiore (..), come pure tutti i files contenuti; cosi' e' necessario 
  controllare l'output, e ritornare FALSE in modo che le due directory 
  non vengano incluse nella lista di file.

  Facciamo presente che "scandir" e "alphasort" hanno le definizioni nei files
  sys/types.h e sys/dir.h.  MAXPATHLEN e "getwd" sono definite in sys/param.h.

  Possiamo avanzare ulteriormente e cercare files specifici. Modificheremo 
  ora file_select() in modo che scandisca solamente i file con suffisso .c,
  .o o .h:

     int file_select(struct direct *entry)

    {char *ptr;
     char *rindex(char *s, char c);

     if ((strcmp(entry->d_name, ".") == 0) ---
         (strcmp(entry->d_name, "..") == 0))
    return(FALSE);

     /* Check for filename extensions */
     ptr=rindex(entry->d_name,'.')
     if ((ptr != NULL) &&
          ((strcmp(ptr,".c") == 0)
          || (strcmp(ptr,".h") == 0)
          || (strcmp(ptr,".o") == 0) ))
           return(TRUE);
        else
    return(FALSE); 
    }

  Facciamo notare che rindex() e' una funzione di trattamento delle stringhe,
  che ritorna un puntatore all'ultima occorrenza del carattere "c" nella 
  stringa "s", oppure un puntatore NULL se "c" non e' presente nella stringa
  (index() e' una funzione simile, ma assegna ad un puntatore la prima 
  occorrenza).

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18.03.02. Routine di trattamento dei file 
------------------------------------------------------------------------------

  Esiste un modo per determinare le possibilita' di accesso ai file:
  
     int access(char *path, int mode) 

  "path" punta ad un path-name che individua il file, "access()" controlla 
  il file nominato per verificarne l'accessibilita' conformemente a "mode",
  definito in "#include ":

     R_OK       - test per il permesso di lettura;
     W_OK       - test per il permesso di scrittura;
     X_OK       - test per il permesso di esecuzione o ricerca;
     F_OK       - test sia per verificare che le directory di livello
                  superiore al file abbiano il permesso di ricerca, e
                  che il file esista.

  "access()" ritorna: 0 in caso di successo, -1 in caso di insuccesso e
  setta "errno" per indicare l'errore. Per l'elenco degli errori, vedere
  le pagine di "man".

------------------------------------------------------------------------------
18.03.03. errno 
------------------------------------------------------------------------------

  Si tratta di una speciale variabile di sistema che viene settata nel caso in
  cui una chiamata di sistema non possa eseguire l'insieme dei propri compiti.

  Per utilizzare "errno" in un programma C, deve essere dichiarato con 
  l'istruzione:

     extern int errno;

  Puo' essere manualmente azzerato all'interno di un programma C, altrimenti
  questo ritorna semplicemente il proprio ultimo valore.

     int chmod(char *path, int mode)

  cambia il modo di accesso di un file, specificato da "path", al "mode"
  stabilito.

  chmod() ritorna 0 in caso di successo, -1 nel caso contrario e setta "errno"
  ad indicare l'errore riscontrato. Gli errori sono definiti in 
  "#include ".

  Il modo di accesso di un file puo' essere settato utilizzando macro 
  predefinite in sys/stat.h (vedere le pagine "man"), oppure settando la
  modalita' in un numero ottale di 3 cifre.

  La cifra piu' a sinistra specifica i privilegi del proprietario, quella 
  centrale i privilegi del gruppo e quella piu' a destra i privilegi degli
  altri utenti.

  Per ogni cifra ottale intendiamo un numero binario di 3 bit. Il bit piu' a
  sinistra corrisponde all'accesso per la lettura (on/off), quello centrale
  alla scrittura, quello a destra all'esecuzione.

  Cosi':

     4 (ottale 100) = sola lettura
     2 (010)        = scrittura
     6 (110)        = lettura e scrittura
     1 (001)        = esecuzione

  Con modalita' di accesso 600 daremo i permessi di lettura e scrittura al
  proprietario, mentre gli altri non avranno nessun permesso. 666 da' a 
  tutti l'accesso in lettura/scrittura.

  Ricordiamo che esiste anche un comando UNIX "chmod".

     int stat(char *path, struct stat *buf), 
     int fstat(int fd, struct stat *buf)

  Con "stat()" si ottengono informazioni in merito al file nominato con 
  "path".  Il permesso di lettura, scrittura o esecuzione del file specificato
  non e' richiesto, ma tutte le directories elencate nel path-name per 
  arrivare al file devono avere il permesso di ricerca.

  Con "fstat()" si ottengono le stesse informazioni riguardo ad un file aperto
  indicato con la descrizione dell'argomento della funzione, allo stesso modo
  di come potrebbero essere ottenute con una chiamata "open" (I/O di basso
  livello).

  "buf" e' un puntatore ad una struttura "stat" in cui vengono memorizzate le 
  informazioni relative al file. Una struttura stat e' definita in
  "#include " (vedere le pagine "man" per ulteriori 
  informazioni).

  "stat()" e "fstat()" ritornano 0 in caso di successo, -1 in caso di 
  insuccesso e settano "errno" per indicare l'errore verificatosi. Anche gli
  errori sono definiti in "#include ".

     int unlink(char *path)

  elimina il link esistente relativo alla directory indicata con "path".

  "unlink()" ritorna 0 in caso di successo, -1 in caso di insuccesso e setta
  "errno" per indicare l'errore. Gli errori sono elencati in 
  "#include ".

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18.04. Controllo e gestione dei processi 
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  Un processo puo' essere definito fondamentalmente come "ogni singolo 
  programma in esecuzione". Puo' essere un programma di sistema (come login,
  update e csh), oppure programmi lanciati dall'utente (textedit, dbxtool o
  un programma scritto dall'utente stesso).

  Quando UNIX esegue un processo, assegna ad ognuno un numero unico ed 
  univoco, cioe' un "process ID" o "pid".

  Il comando UNIX "ps" elenca tutti i processi in esecuzione in quel momento 
  sulla propria macchina, elencandone anche i pid.

  La funzione C

     int getpid()

  restituira' il pid del processo che richiama questa funzione.

  Solitamente un programma esegue un singolo processo; comunque piu' avanti
  verra' analizzata la maniera di eseguire programmi come parecchi processi
  separati e comunicanti.

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18.04.01. Esecuzione di comandi UNIX da C 
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  E' possibile eseguire comandi da un programma C semplicemente come fossero
  digitati dalla linea di comando UNIX, grazie all'utilizzo della funzione
  system(). Questo puo' farci risparmiare molto tempo e molti problemi;
  infatti in questo modo e' possibile eseguire altri programmi di prova, 
  script, e cosi' via, qualora i compiti attualmente svolti ne comportino 
  il lancio.

     int system(char *string)

  in cui "string" puo' essere il nome di una utility unix, uno script shell
  eseguibile oppure un programma dell'utente. System ritorna lo stato di
  uscita della shell.

  Esempio: chiamata di "ls" da un programma

     main()
 {printf("Files in Directory are: \n");
         system("ls -l");
        }
   
  "system" e' una chiamata composta da 3 altri comandi: 

      execl(), wait() e fork()

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18.04.01.01. execl() 
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  "execl" ha altre 5 funzioni correlate (vedere le pagine "man").

  "execl" sta' per "execute and leave", che significa che un processo sara'
  eseguito e poi terminato dalla stessa execl.

  Viene definita con:

     execl(char *path, char *arg0, ..., char *argn, 0);

  L'ultimo parametro deve sempre essere 0. E' un termine NULL. Poiche' la
  lista degli argomenti e' variabile, e' necessario avere un modo per dire
  al C dove termina; il termine nullo serve a questo.

  "path" punta al nome di un file contenente un comando che deve essere
  eseguito, "argo" punta ad una stringa che e' la stessa di "path" (o 
  almeno il suo ultimo componente).

  "arg1, ..., argn" sono puntatori agli argomenti per il comando, e 0 segna
  semplicemente la fine dell'elenco (di lunghezza variabile) degli argomenti.

  Cosi' l'esempio in precedenza riportato risultera' ora:

     main()
 {printf("Files in Directory are: \n");
         execl("/bin/ls","ls","-l",0);
        }

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18.04.01.02. fork() 
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  "int fork()" trasforma un singolo processo in due processi identici, 
  riconoscibili come processo padre e processo figlio.
  In caso di successo, fork() ritorna 0 al processo figlio ed il process ID
  del processo figlio al processo padre; in caso di esito negativo, fork()
  ritorna -1 al processo padre, settando errno per indicare l'errore 
  verificatosi, e non viene creato nessun processo figlio.

  NOTA: il processo figlio avra' un suo proprio ed unico PID.

  Il seguente programma illustra un utilizzo semplice di fork(), dove vengono
  create due copie del processo ed eseguite assieme (multitasking):

     main()
     { int return_value;

       printf("Forking process\n");
       fork();
       printf("The process id is %d and return value is %d \n", 
              getpid(), return_value);
       execl("/bin/ls/","ls","-l",0);
       printf("This line is not printed\n");
     }

  L'output risultante sara':

     Forking process
     The process id is 6753 and return value is 0
     The process id is 6754 and return value is 0
     "two lists of files in current directory"

  NOTA: i processi hanno ID unici, che risulteranno diversi ad ogni 
 esecuzione.

  E' anche impossibile stabilire in anticipo quale processo utilizzera' il 
  tempo di CPU (cosi', ogni esecuzione puo' essere diversa dalla successiva).

  Quando vengono generati due processi, possiamo facilmente scoprire (in ogni 
  processo) quale sia il figlio e quale il padre, poiche' fork ritorna 0 al
  figlio. Possiamo catturare qualsiasi errore se fork ritorna un -1, cioe':

     int pid; /* process identifier */

     pid=fork();
     if (pid < 0)
 {printf("Cannot fork!!\n");
         exit(1);
 }
     if (pid == 0)
        {/* child process */ ...}
     else 
  {/* parent process pid is child's pid */ ...}

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18.04.01.03. wait()
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  int wait (int *status_location) - forza un processo padre ad aspettare che
  un processo figlio si fermi oppure termini.

  wait() ritorna il pid del figlio, oppure -1 in caso di errore. Lo stato di
  uscita del figlio viene ritornato come "status_location".

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18.04.01.04. exit() 
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  int exit (int status) - termina il processo che richiama questa funzione e 
  ritorna il valore di uscita "status". Sia i programmi UNIX che quelli C 
  (forked) sono in grado di leggere il valore dello stato.

  Per convenzione, uno stato uguale a 0 significa "fine normale", mentre
  qualsiasi altro valore indica un errore o un evento insolito. Molte
  chiamate alle librerie standard hanno la definizione degli errori nel
  file header sys/stat.h. Possiamo quindi facilmente derivare le nostre
  proprie convenzioni.

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18.04.02. Utilizzo di pipe in un programma C 
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  Il "piping" e' un processo dove l'output di un processo viene trasformato
  nell'input di un altro. Abbiamo gia' visto in precedenza esempi di questo
  dalla linea di comando UNIX, con l'utilizzo di "|".

  Vedremo ora come e' possibile farlo all'interno del programmi C.

  Avremo due o piu' processi "forked" che cominicheranno fra di loro.

  Per prima cosa, e' necessario aprire una pipe. UNIX permette di aprire una
  pipe in due maniere.

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18.04.02.01. popen() - Piping formattato 
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  FILE *popen(char *command, char *type) - apre una pipe per I/O dove
  "command" e' il processo che deve essere connesso al processo chiamante, 
  creando cosi' la pipe. Il "type" puo' essere sia "r" per reading (lettura) 
  che "w" per writing (scrittura).

  Il return di popen() e' un puntatore ad una stream oppure NULL per un 
  qualsiasi errore.

  Una pipe aperta con popen() deve sempre essere chiusa con 

     pclose(FILE *stream)

  E' possibile comunicare con la "stream" della pipe tramite fprintf() ed
  fscanf().

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18.04.02.02. pipe() - Piping di basso livello 
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  int pipe(int fd[2]) - crea una pipe e ritorna due file descrittori, fd[0]
  e fd[1]. fd[0] e' aperto per la lettura, fd[1] per la scrittura.

  pipe() ritorna 0 in caso di successo, -1 in caso di fallimento e di 
  conseguenza setta errno.

  Il modello standard di programmazione prevede che, dopo la creazione della
  pipe, due o piu' processi che cooperano verranno creati da una fork ed i
  dati verranno passati mediante l'utilizzo di read() e write().

  Le pipe aperte con pipe() dovranno essere chiuse con "close (int fd)".

  Esempio: il processo padre invia delle write al processo figlio

     int pdes[2];

     pipe(pdes);
     if (fork == 0)
 { /* processo figlio */
   close(pdes[1]);   /* non richiesto */
          read(pdes[0]);    /* legge dal processo padre */
          ...
 }
     else
 { close(pdes[0]);   /* non richiesto */
          write(pdes[1]);   /* scrive al processo figlio */ 
          ...
 }

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18.04.03. Interruzioni e segnali 
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  In questa sezione verranno affrontati i modi in cui due processi possono
  comunicare fra di loro. Quando un processo termina in modo anormale, 
  solitamente prova ad inviare un segnale che indichi cosa e' andato a
  monte. I programmi C (e UNIX) sono in grado di catturare questi segnali
  ed utilizzarli come diagnostica. Anche le comunicazioni specificate   
  dall'utente possono aver luogo in questo modo.

  I processi utilizzano dei segnali, che possono essere numerati da 0 a 31.
  Le macro sono definite nel file header signal.h per quanto riguarda i
  segnali piu' comuni.

  Queste includono:

     SIGHUP 1         /* hangup */
     SIGINT 2         /* interrupt */
     SIGQUIT 3        /* quit */
     SIGILL 4         /* illegal instruction */
     SIGABRT 6        /* used by abort */
     SIGKILL 9        /* hard kill */
     SIGALRM 14       /* alarm clock */
     SIGCONT 19       /* continue a stopped process */
     SIGCHLD 20       /* to parent on child stop or exit */

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18.04.03.01. Invio di segnali - kill() 
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  int kill(int pid, int signal) - manda un "signal" ad un processo "pid". Se
  pid e' maggiore di 0 il segnale viene inviato al processo il cui process
  ID corrisponde a pid; se pid e' 0, il segnale e' mandato a tutti i 
  processi, eccetto i processi di sistema.

  kill() ritorna 0 per le chiamate che hanno successo, -1 negli altri casi
  settando conseguentemente "errno".

  Esiste anche un comando UNIX chiamato kill (vedere le pagine "man").

  NOTA: a meno che non si blocchi o venga ignorato, il segnale kill termina 
        il processo. Percio' le protezioni sono incorporate all'interno del
        sistema.

  E' possibile eliminare solamente i processi con determinati privilegi di 
  accesso.
  Una regola di base e' quella per cui solamente i processi che appartengono
  allo stesso utente possono inviare/ricevere messaggi.

  Il segnale SIGKILL non puo' bloccarsi o essere ignorato, e terminera' 
  sempre il processo.

  Per esempio:

     kill(getpid(),SIGINT);

  inviera' un segnale di interrupt all'ID del processo chiamante.

  Questo avrebbe un effetto simile al comando exit(). Anche CTRL-C, digitato
  dalla linea di comando, invia un SIGINT al processo correntemente in
  essere.

  unsigned int alarm(unsigned int seconds) - dopo "seconds" secondi, invia il 
  segnale SIGALRM al processo che ha effettuato la chiamata.

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18.04.03.02. Ricezione di segnali - signal() 
------------------------------------------------------------------------------

  int (*signal(int sig, void (*func)()))() - questo sta' ad indicare che la
  funzione signal() richiamera' la funzione func se il processo ricevera' un
  segnale sig. Signal ritorna un puntatore alla funzione func in caso di
  successo, oppure ritorna un errore ad errno, e -1 negli altri casi.

  func() puo' avere tre valori:

     SIG_DFL                     - un puntatore alla funzione di default del
       sistema SID_DFL(), la quale terminera' il
       processo al ricevimento di "sig".
     SIG_IGN                     - un puntatore alla funzione di sistema
                                   ignore SIG_IGN(), che ignorera' l'azione
       "sig" (a meno che non sia SIGKILL)
     Un indirizzo di funzione    - una funzione specificata dall'utente

  SIG_DFL e SIG_IGN sono definiti nel file header signal.h (libreria 
  standard).

  Cosi' per ignorare un comando CTRL-C dalla linea di comando, dovremo fare:

     signal(SIGINT, SIG_IGN);

  Per resettare un sistema, cosicche' SIGINT comporti l'uscita da qualsiasi
  posizione del nostro programma, dovremo fare:

     signal(SIGINT, SIG_DFL);

  Vediamo ora un programma per catturare un CTRL-C, ma non uscire con questo
  segnale. Abbiamo una funzione "sigproc()" che viene eseguita quando 
  catturiamo in CTRL-C. Possiamo anche settare un'altra funzione per 
  abbandonare il programma se riceve il segnale SIGQUIT, cosi' possiamo
  terminare il nostro programma:

     #include 

     void sigproc(void);

     void quitproc(void);

     main()
     {signal(SIGINT, sigproc);
      signal(SIGQUIT, quitproc);
      printf("CTRL-C disabled use ctrl-\\ to quit \n");
      for(;;) /* loop infinito */ }

     void sigproc()
     {signal (SIGINT, sigproc); /* */
      /* NOTA: alcune versioni di UNIX resetteranno "signal" al valore
         di default dopo ogni chiamata. Scosi', per rispettare la 
         portabilita', facciamo un reset di "signal" ogni volta */

      printf("You have pressed CTRL-C \n");
     }
   
     void quitproc()
     {printf("ctrl-\\ pressed to quit \n");
      exit(0); /* normale status di uscita */
     }

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18.05. Times Up!! 
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  L'ultimo argomento che verra' affrontato in questo corso e' quello degli
  accessi al time del clock con le chiamate di sistema UNIX.

  L'utilizzo delle funzioni di time include:

  - dire l'ora;
  - fornire il tempo a programmi e funzioni;
  - settaggio di numeri casuali.


  time_ttime(time_t*tloc) - ritorna il tempo, misurato in secondi, a partire
  da 00:00:00 GMT, Jan. 1, 1970.

  Se "tloc" non e' nullo, il valore di ritorno viene anche memorizzato nella
  locazione a cui punta tloc.

  time() ritorna il valore del tempo, in caso di successo.

  In caso di insuccesso, ritorna (time_t) -1. "time_t" risulta definito come
  tipo long(int) nei file header  e .

  int ftime(struct timeb *tp) - riempie una struttura puntata da tp, come
  definito in :

     struct timeb
 {time_t time;
         unsigned short millitm;
  short timezone;
         short dstflag;
 };

  La struttura contiene il tempo espresso in secondi a partire dall'epoca,
  con l'intervallo di massima precisione che arriva fino a 1000 millisecondi,
  il fuso orario locale (misurata in minuti in direzione ovest a partire da
  Greenwich) ed un flag che, se non e' uguale a 0, indica l'ora legale 
  applicata localmente negli appropriati periodi dell'anno. 

  In caso di successo, ftime() non ritorna alcun valore utile, mentre ritorna
  -1 in caso di errore.

  Altre due funzioni definite in "#include