In Arabia Saudita una giovane donna è stata arrestata per aver pubblicato sul web una sua foto, senza il tradizionale abito lungo, senza il velo praticamente…
Da un servizio RAI:
In Arabia saudita, c’è un proverbio che dice:"Una ragazza non possiede altro che il suo velo e la sua Tomba"; ma non è vero le donne, tutte da quando nascono a quando muoiono possiedono anche un Padrone. In realtà si chiama tutore, ma cos’è una persona che ha il potere assoluto su un’altra se non un padrone?! Malak al-Shehri, ha deciso di sfidare il suo padrone, ha deciso di vestirsi così: un cappotto nero e sotto un lungo vestito a fiori, coloratissimo. Ha osato pubblicare una foto, in cui vestiva in questo modo, su Twitter, uno schiaffo all’Islam che vuole il corpo femminile quasi completamente occultato. Per questo Malak, sull’onda delle proteste è finita in prigione. E pensare che in Arabia Saudita il numero di utenti di Twitter è il più alto al mondo in rapporto alla popolazione. Proprio qui dove una donna non può lavorare, avere un passaporto, aprire un conto in banca, farsi curare senza il consenso del marito.
Evidentemente, se i diritti vengono chiusi a chiave dal regime, è attraverso la finestra dei social-network che si grida alla libertà.
Gli Esauditi hanno capito che è il web lo spazio in cui possono conquistare pezzi di emancipazione.
Da tempo postano video in cui guidano la macchina, cosa che non potrebbero assolutamente fare, ora l’ultima sfida l’ha lanciata Malak.
Di lei non si sa più nulla, ma aspettiamo il suo prossimo twit che ci dice che sta bene e che domani tornerà a vestirsi come le pare e a decidere del suo futuro.
Il 2016 sta volgendo al suo termine e ancora oggi esistono realtà come questa, libertà negate alle persone e sopratutto alle donne, in un mondo in cui tutti siamo uguali senza differenza alcuna, anche se abbiamo solo una cosa in comune, noi uomini, la morte. Si proprio cosi un giorno siamo chiamati a chiudere il libro della nostra vita e lasciare questo mondo ai nostri posteri, cercando di migliorarlo e di lasciarlo meglio di come l’abbiamo trovato.