Fca, Marchionne scorpora Ferrari. In Borsa il 10%, il resto suddiviso tra i soci Fiat-Chrysler
Il Lingotto scorpora il Cavallino Rampante e lo quota a Wall Street e "su un altro mercato in Europa". Via libera a un convertendo da 2,5 miliardi e alla vendita di 100 milioni di azioni. Intanto il trimestre vede crescere i ricavi, confermati i target 2014. Dimezzate perdite in Europa, la buonuscita di Montezemolo brucia la crescita dei margini di Maranello
MILANO - Ferrari sarà scorporata da Fca, il gruppo nato dalla fusione di Fiat e Chrysler. La separazione porterà alla vendita pubblica di una parte della partecipazione di Fca inFerrari, pari al 10% del capitale della casa di Maranello. Questa quota verrà collocata sulla Borsa Usa e "in un altro mercato in Europa", senza la specificazione del fatto che si tratti di Milano. Attualmente Fiat detiene il 90% di Ferrari, mentre Piero Ferrari ha il 10%.
Tolta la quota che sarà destinata al mercato, la restante parte del capitale di Ferrari verrà distribuita tra gli azionisti di Fca, di cui gli Agnelli sono soci al 30,05%. Alla fine, il Cavallino si troverà direttamente sotto il cappello di Exor, la holding degli Agnelli, per una quota intorno al 24% e non più sotto il controllo di Fca. Non a caso, il presidente John Elkann afferma: "La distribuzione ai suoi azionisti della partecipazione in Ferrari offre a Exor un'opportunità storica: accompagnare una nuova fase dello sviluppo della Casa di Maranello, garantendole completa autonomia e indipendenza perché possa progettare al meglio il proprio futuro industriale e sportivo".
Con questa operazione la casa automobilistica guidata da Sergio Marchionne ha scelto di rafforzare il capitale: la decisione arriva, secondo la nota, "nell'ambito di un piano per la realizzazione di una struttura di capitale appropriata a sostenere lo sviluppo di lungo termine del Gruppo". La trimestrale mostra d'altra parte che l'indebitamento netto industriale è oltre 11 miliardi di euro, mentre il piano di espansione prevede 48 miliardi di investimenti. Sul valore di Maranello, in conference call Marchionne ha detto: "Abbiamo una stima interna del valore di Ferrari, ma sarà il mercato a darne una valutazione. Credo ne saremo positivamente sorpresi". In un secondo momento, il manager italo-canadese ha detto che Fca raccoglierà "4 miliardi di euro" dallo scorporo di Ferrari e dal convertendo da 2,5 miliardi che Fca emetterà emetterà, includendo anche il debito della 'rossa'.
Nella stessa direzione va anche l'annuncio di un bond convertendo, atteso dal mercato. E' un obbligazione da un valore massimo di 2,5 miliardi di dollari Usa, alla cui scadenza si ha la conversione dei titoli in azioni ordinarie. Exor, la holding della famiglia Agnelli, ha già annunciato che aderirà all'operazione pro quota investendo circa 600 milioni di euro. A sua volta questa misura si unisce al collocamento di 100 milioni di titoli ordinari (tra i quali 35 milioni di azioni proprie e 54 milioni utili per reintegrare il capitale dopo la cancellazione dei titoli che avevano chiesto il recesso dalla fusione Fiat-Chrysler). Queste operazioni dovrebbero essere completate entro fine anno, anche se la tempistica "resta subordinata alle condizioni di mercato e ai requisiti previsti dalla normativa applicabile per la registrazione".
Le notizie giungono nella giornata del primo cda londinese del gruppo, con l'approvazione dei conti del terzo trimestre, e fanno scattare gli acquisti sultitolo, inizialmente venduto dopo la trimestrale.
A lungo si è detto dell'ipotesi di una quotazione per la casa di Maranello, sempre smentita dal management e dagli Agnelli. L'uscita di Luca Cordero di Montezemolo dopo tanti anni dalla casa di lusso, con l'assunzione del controllo da parte dell'ad Sergio Marchionne, lasciava presagire importanti novità per Ferrari. "Sono felice di questo nuovo passo in avanti nella strategia di sviluppo di Fca. Insieme alla recente quotazione delle azioni di Fca sul Nyse, la separazione di Ferrari preserverà la rinomata tradizione italiana e la posizione unica del business di Ferrari consentendo agli azionisti di Fca di continuare a beneficiare del valore intrinseco di questo business", commenta dal canto suo il presidente Elkann.
I conti. Oltre alle novità per Ferrari, il cda ha annunciato la crescita a due cifre per i ricavi di Fca nel terzo trimestre del 2014: il fatturato della casa automobilistica si attesta a 23,6 miliardi di euro con una progressione del 14% sullo stesso periodo del 2013. Il gruppo che unisce Torino e Detroit conferma i target 2014: 4,7 milioni di veicoli consegnati, ricavi a 93 miliardi, Ebit fra 3,6 e 4 miliardi, utile netto di 600-800 milioni, indebitamento netto industriale tra 9,8 e 10,3 miliardi di euro.
Nella nota diffusa ai mercati Marchionne ha dichiarato: "I risultati del Gruppo nel terzo trimestre dimostrano una solida performance in un contesto di mercato difficile, particolarmente in America Latina". E ancora: "Siamo in linea per conseguire gli obiettivi che ci siamo dati per l'intero esercizio 2014. Con la creazione di Fca e il suo debutto al listino di New York abbiamo intrapreso una nuova fase come azienda globale con possibilità sempre maggiori".
Tornando ai numeri, Fca ha chiuso il terzo trimestre con un utile netto di 188 milioni di euro. Il risultato è sostanzialmente invariato rispetto ai 189 milioni segnati nell'analogo periodo del 2013. L'utile operativo a 926 milioni ha leggermente mancato le attese degli analisti.
L'indebitamento netto industriale di Fca è cresciuto di 1,7 miliardi di euro "per effetto della normale stagionalità, in linea con la variazione registrata nel terzo trimestre del 2013". Da inizio anno, l'indebitamento industriale è cresciuto di 4 miliardi. Per la fine del 2014, Fca prospetta un dato compreso tra 9,8 miliardi di euro e 10,3 miliardi di euro, "tenendo anche in considerazione il pagamento (2,7 miliardi di euro) per l’acquisizione della restante quota del 41,5% di Chrysler dal VEBA Trust avvenuta il 21 gennaio 2014 e l'effetto" legato all'applicazione retroattiva di un principio contabile. La liquidità disponibile è invece stabile a 21,7 miliardi di euro.
Nei singoli settori, il comunicato mette in evidenza il dimezzamento della perdita in Europa: nell'area Emea il gruppo Fca è comunque in rosso di 63 milioni. Bene i marchi del lusso: per Maserati e Ferrari le consegne di auto del trimestre raddoppiano sul 2013 in area 10mila unità. Sull'Ebit del Cavallino Rampante pesa l'uscita di Montezemolo: "Pari a 89 milioni di euro, include 15 milioni di euro riferibili al costo del compenso erogato a seguito delle dimissioni dell'ex Presidente. Al netto di tale importo, l’Ebit registra una crescita di 16 milioni di euro". Di fatto, la liquidazione dell'ex numero uno "brucia" la crescita di Ferrari tra il terzo trimestre 2013 e il 2014.
Tolta la quota che sarà destinata al mercato, la restante parte del capitale di Ferrari verrà distribuita tra gli azionisti di Fca, di cui gli Agnelli sono soci al 30,05%. Alla fine, il Cavallino si troverà direttamente sotto il cappello di Exor, la holding degli Agnelli, per una quota intorno al 24% e non più sotto il controllo di Fca. Non a caso, il presidente John Elkann afferma: "La distribuzione ai suoi azionisti della partecipazione in Ferrari offre a Exor un'opportunità storica: accompagnare una nuova fase dello sviluppo della Casa di Maranello, garantendole completa autonomia e indipendenza perché possa progettare al meglio il proprio futuro industriale e sportivo".
Con questa operazione la casa automobilistica guidata da Sergio Marchionne ha scelto di rafforzare il capitale: la decisione arriva, secondo la nota, "nell'ambito di un piano per la realizzazione di una struttura di capitale appropriata a sostenere lo sviluppo di lungo termine del Gruppo". La trimestrale mostra d'altra parte che l'indebitamento netto industriale è oltre 11 miliardi di euro, mentre il piano di espansione prevede 48 miliardi di investimenti. Sul valore di Maranello, in conference call Marchionne ha detto: "Abbiamo una stima interna del valore di Ferrari, ma sarà il mercato a darne una valutazione. Credo ne saremo positivamente sorpresi". In un secondo momento, il manager italo-canadese ha detto che Fca raccoglierà "4 miliardi di euro" dallo scorporo di Ferrari e dal convertendo da 2,5 miliardi che Fca emetterà emetterà, includendo anche il debito della 'rossa'.
Nella stessa direzione va anche l'annuncio di un bond convertendo, atteso dal mercato. E' un obbligazione da un valore massimo di 2,5 miliardi di dollari Usa, alla cui scadenza si ha la conversione dei titoli in azioni ordinarie. Exor, la holding della famiglia Agnelli, ha già annunciato che aderirà all'operazione pro quota investendo circa 600 milioni di euro. A sua volta questa misura si unisce al collocamento di 100 milioni di titoli ordinari (tra i quali 35 milioni di azioni proprie e 54 milioni utili per reintegrare il capitale dopo la cancellazione dei titoli che avevano chiesto il recesso dalla fusione Fiat-Chrysler). Queste operazioni dovrebbero essere completate entro fine anno, anche se la tempistica "resta subordinata alle condizioni di mercato e ai requisiti previsti dalla normativa applicabile per la registrazione".
Le notizie giungono nella giornata del primo cda londinese del gruppo, con l'approvazione dei conti del terzo trimestre, e fanno scattare gli acquisti sultitolo, inizialmente venduto dopo la trimestrale.
A lungo si è detto dell'ipotesi di una quotazione per la casa di Maranello, sempre smentita dal management e dagli Agnelli. L'uscita di Luca Cordero di Montezemolo dopo tanti anni dalla casa di lusso, con l'assunzione del controllo da parte dell'ad Sergio Marchionne, lasciava presagire importanti novità per Ferrari. "Sono felice di questo nuovo passo in avanti nella strategia di sviluppo di Fca. Insieme alla recente quotazione delle azioni di Fca sul Nyse, la separazione di Ferrari preserverà la rinomata tradizione italiana e la posizione unica del business di Ferrari consentendo agli azionisti di Fca di continuare a beneficiare del valore intrinseco di questo business", commenta dal canto suo il presidente Elkann.
I conti. Oltre alle novità per Ferrari, il cda ha annunciato la crescita a due cifre per i ricavi di Fca nel terzo trimestre del 2014: il fatturato della casa automobilistica si attesta a 23,6 miliardi di euro con una progressione del 14% sullo stesso periodo del 2013. Il gruppo che unisce Torino e Detroit conferma i target 2014: 4,7 milioni di veicoli consegnati, ricavi a 93 miliardi, Ebit fra 3,6 e 4 miliardi, utile netto di 600-800 milioni, indebitamento netto industriale tra 9,8 e 10,3 miliardi di euro.
Nella nota diffusa ai mercati Marchionne ha dichiarato: "I risultati del Gruppo nel terzo trimestre dimostrano una solida performance in un contesto di mercato difficile, particolarmente in America Latina". E ancora: "Siamo in linea per conseguire gli obiettivi che ci siamo dati per l'intero esercizio 2014. Con la creazione di Fca e il suo debutto al listino di New York abbiamo intrapreso una nuova fase come azienda globale con possibilità sempre maggiori".
Tornando ai numeri, Fca ha chiuso il terzo trimestre con un utile netto di 188 milioni di euro. Il risultato è sostanzialmente invariato rispetto ai 189 milioni segnati nell'analogo periodo del 2013. L'utile operativo a 926 milioni ha leggermente mancato le attese degli analisti.
L'indebitamento netto industriale di Fca è cresciuto di 1,7 miliardi di euro "per effetto della normale stagionalità, in linea con la variazione registrata nel terzo trimestre del 2013". Da inizio anno, l'indebitamento industriale è cresciuto di 4 miliardi. Per la fine del 2014, Fca prospetta un dato compreso tra 9,8 miliardi di euro e 10,3 miliardi di euro, "tenendo anche in considerazione il pagamento (2,7 miliardi di euro) per l’acquisizione della restante quota del 41,5% di Chrysler dal VEBA Trust avvenuta il 21 gennaio 2014 e l'effetto" legato all'applicazione retroattiva di un principio contabile. La liquidità disponibile è invece stabile a 21,7 miliardi di euro.
Nei singoli settori, il comunicato mette in evidenza il dimezzamento della perdita in Europa: nell'area Emea il gruppo Fca è comunque in rosso di 63 milioni. Bene i marchi del lusso: per Maserati e Ferrari le consegne di auto del trimestre raddoppiano sul 2013 in area 10mila unità. Sull'Ebit del Cavallino Rampante pesa l'uscita di Montezemolo: "Pari a 89 milioni di euro, include 15 milioni di euro riferibili al costo del compenso erogato a seguito delle dimissioni dell'ex Presidente. Al netto di tale importo, l’Ebit registra una crescita di 16 milioni di euro". Di fatto, la liquidazione dell'ex numero uno "brucia" la crescita di Ferrari tra il terzo trimestre 2013 e il 2014.